Sanremo, torna la musica nel festival “commissariato”

Passata la bufera, sopiti a stento i malumori dopo la prima serata, dopo l’impresentabile performance di Celentano, ieri è stata la volta della musica. La seconda serata della 62esima edizione di Sanremo si è aperta ed è proseguita nel segno della musica, con le incursioni esterne ridotte al minimo. Ospiti comici della serata i “politicamente scorretti” Soliti Idioti, idolatrati dal pubblico giovane, probabilmente quasi sconosciuti agli over 40, che hanno provato a scuotere un’atmosfera che pareva ancora “terrorizzata” e condizionata dall’effetto Celentano. E non poteva essere altrimenti visto che in mattinata il direttore generale Lorenza Lei era stata costretta a porgere le scuse dell’azienda a tutti quelli insultati bellamente dal Molleggiato la sera prima, da Avvenire a Famiglia cristiana, dalla Consulta al Corriere della Sera, e aveva addirittura deciso di “commissariare” il festival, insediando il suo vice Antonio Marano come sovrintendente alla rassegna. Insomma un vero e proprio “tecnico“ al capezzale della kermesse, per risolverne i problemi. Un po’ come aveva azzardato scherzando Rocco Papaleo la prima sera, indossando un loden “Monti style”.

Celentano aveva evocato la guerra per introdurre la sua apparizione all’Ariston. E come una bomba si è abbattuto sulla Rai, sul mondo cattolico, sui media. La decisione del direttore generale Lorenza Lei è parsa obbligata per “calmare” le acque, anche se evidentemente i segni restano profondi. Il Sir, l’agenzia di stampa dei vescovi, parla di «ignoranza che prende il microfono» e chiede le scuse del cantante. Adriano invece tace, ma è tranquillo e - sviluppi permettendo - sembra pronto a tornare all’Ariston, sicuramente sabato. Il dg ha varato il commissariamento - decisione senza precedenti - dopo un confronto con Paolo Garimberti e i consiglieri presenti. Ed è proprio il presidente a condensare l’indignazione dell’azienda: «La libertà è sacra ed è sacra anche quella di Adriano Celentano», ma va «esercitata con responsabilità e rispetto». Deciso anche il giudizio del direttore di Rai1 Mauro Mazza: «La chiusura di un qualsiasi giornale non si invoca mai: sono cose da far venire i brividi lungo la schiena», sottolinea, pur garantendo che la Rai non chiederà a Celentano di «non tornare». E il presidente della Fieg Giulio Anselmi ha bollato come «battuta stupida» l’affondo del cantante contro i giornali. Le polemiche, però, non scuotono Celentano, che aveva messo in conto le reazioni ed è convinto che gli effetti della “bomba” si sedimenteranno. Lo rivedremo sabato, promette anche Morandi, e chissà, anche prima, alludono in molti, quasi come una minaccia. Morandi intanto con un saggio di realpolitik ringrazia il Molleggiato in diretta, attribuendogli parte del merito degli ascolti record. Alla fine si fa tutto per quelli...

La serata comunque è stata contraddistinta dalla musica, con sul palco ancora tutti i Big, per ripetere la gara che la sera prima era stata vanificata dal blocco nel meccanismo di votazione. Alla fine sarebbero stati quattro quelli eliminati. E con loro anche i giovani, battuti nel confronto diretto “uno contro uno“ andato in scena durante la serata, inframezzando le esibizioni dei “grandi”. Sul palco dunque tutti i 14 cantanti, in senso di uscita inverso rispetto alla prima serata, partendo da Nina Zilli, e passando per Arisa, la coppia Bertè-Gigi D’Alessio, Carone-Dalla, Matia Bazar, Finardi, Emma, Marlene Kuntz, Irene Fornaciari, Samuele Bersani, Chiara Civiello, Noemi, Renga e Dolcenera. Il verdetto è arrivato a “notte fonda”. Un po’ di realtà aveva fatto invece irruzione all’improvviso quando Morandi ha citato i lavoratori della Ims di Caronno Pertusella, azienda del settore discografico a rischio chiusura che lo avevano incontrato nel pomeriggio. Un attimo di verità che ha fatto apparire ancora più artefatto e stonato il ricordo del predicozzo di Celentano.

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