SANREMO Eros torna all’Ariston e dà la scossa al Festival: «Terra promessa e pace»

Amadeus si toglie qualche sassolino dalle scarpe e Russell Crowe fa il verso a John Travolta

Un’idea: non si potrebbero tagliare la seconda e la terza serata e arrivare direttamente all’appuntamento dei duetti e delle cover? Vien da dire: meno male che c’è stata la polemica – virale e anche piuttosto “violenta” - sul Ballo del qua qua con John Travolta, uno dei momenti più “cringe” della storia della televisione italiana, altrimenti sarebbe rimasta ben poca “ciccia”, tra canzoni oggettivamente brutte (non tutte, sia chiaro) e sketch dimenticabili. Certo, qualcosa da salvare c’è: su tutti il monologo di mercoledì di Giovanni Allevi, mentre ieri è stato Eros Ramazzotti, uno dei super ospiti, a dare una scossa al Festival lanciando un messaggio a favore della pace: «Cinquecento milioni di bambini vivono in terre di conflitto e non vedranno mai la terra promessa. Basta sangue, basta guerre» ha detto dopo aver cantato la sua storica “Terra promessa”, quarant’anni dopo la vittoria sulla ribalta sanremese. Ancora più toccante l’esibizione di Paolo Jannacci e Stefano Massini, sul palco con “L’uomo nel lampo”, un pezzo di teatro-canzone di denuncia sociale sulle morti sul lavoro, ispirato a una delle tante storie drammaticamente vere. «La narcosi regna ovunque, l’anestesia è dilagante, mentre, nel 2023, 1.485 persone sono morte sul lavoro, senza che interessino a nessuno». denuncia lo scrittore. E quando sono ormai le 23 sul palco arrivano Gianni Morandi e poi “il gladiatore” Russell Crowe a cui tocca una sorte migliore rispetto a quella di John Travolta.

Per il resto, la terza serata ha offerto pochi veri spunti degni di nota. In apertura Amadeus si è tolto qualche sassolino per la questione relativa alla presenza di John Travolta: «Si è parlato troppo di lui, mentre non si è parlato abbastanza della straordinaria testimonianza del maestro Allevi». Il direttore artistico ha diviso il palco con Teresa Mannino, brava e spiritosa fin dal suo ingresso: «Io non scendo dalle scale, anche perché mi sono fatta gli occhiali nuovi, progressivi, e non capisco qual è l’angolo giusto. Guardate che bel vestito, ringrazio lo stilista. Non faccio il nome, ma lui veste Jennifer Lopez, Madonna, Michelle Obama, Taylor Swift e...Teresa Mannino». In gara i 15 cantanti che non si erano esibiti martedì, presentati dai colleghi a “riposo”. Avvio con tanti giovani, tra trap melodico (Il Tre), canzoni già vecchie (Maninni), punk stantìo (Bnkr44) e suoni elettronici uniti alla melodia (Santi Francesi). Gli applausi più scroscianti sono però stati tributati al coro della Fondazione Arena di Verona che ha proposto il “Va’ pensiero” di Giuseppe Verdi, anteprima dell’appuntamento scaligero del 7 giugno, definito da Amadeus «il più grande evento d’opera mai realizzato al mondo».

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