Sabato Flavio Oreglio alle Vigne

Il titolo prende spunto dal celebre aforisma di Bernardo di Chartres, tramandato da Giovanni di Salisbury: «Siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane». Solo in questo modo, basandosi sulle conoscenze acquistite dagli studiosi del passato (i giganti, appunto), la scienza si è potuta evolvere nel corso dei secoli. E proprio intorno alla storia del libero pensiero ruota Sulle spalle dei giganti, il nuovo spettacolo di Flavio Oreglio in scena domani sera (ore 21) sul palco del Teatro alle Vigne nella sezione Cabaret d’autore (a seguire, presso la Sala Rvolta, si terrà una conversazione con l’artista). Il “poeta catartico” di Peschiera Borromeo, uno dei tanti talenti comici lanciati dalla fucina di Zelig, condurrà gli spettatori in un appassionante viaggio nei meandri della scienza, sfatandone luoghi comuni e falsi miti e, soprattutto, puntando il dito contro un certo tipo di insegnamento scolastico troppo votato all’indottrinamento piuttosto che al senso critico individuale. Nascono allora tante domande, le cui risposte delineano nel loro insieme una storia curiosa, divertente, poetica e a tratti sorprendente. Che legame c’è tra la nostra società e la scuola? Cosa ci insegnano? Ci raccontano proprio tutto? Perché la Storia è solo storia di guerre? Perché non si studia la storia degli eventi positivi? Perché si sorvola sull’Ellenismo? Perché ci dicono che la scienza nacque nel XVII secolo? Ne scaturisce un percorso narrativo che collega eventi distanti nel tempo, ma uniti dal fil rouge della lotta per il potere, un romanzo satirico basato su dati che chiunque può ritrovare nei testi ufficiali. «Ho avuto una formazione scientifica, sono laureato in biologia e per alcuni anni ho anche insegnato - racconta Oreglio -. E quindi ho sempre convissuto con la scienza: in questo spettacolo unisco i miei interessi con lo stile comico, un’idea interessante che ho portato avanti con grande entusiasmo». Il monologo diventa così anche un j’accuse nei confronti della scuola e del suo (disatteso) ruolo formativo e informativo e insieme un’invettiva contro il tentativo dei poteri forti di controllare le persone fin dalla tenera età: «Parlando di scienza si sollevano diverse questioni collaterali. Quella contro l’istruzione italiana è una polemica amorevole, scaturita dalla voce di chi, come me, vorrebbe che la scuola fosse prima di tutto un luogo di formazione. Il problema principale è che non viene sviluppato il senso critico delle persone». E che spesso molti argomenti vengono tagliati dai programmi: «Il periodo dell’Elleinismo, per esempio, non è mai approfondito. Ed è grave perché si perdono 800 anni di storia. E poi ci sono tanti luoghi comuni da sfatare: per esempio alla domanda «Quando è nata la scienza?», la maggior parte delle persone risponde «Con Galileo», ma non è così. Il concetto di scienza nasce già con l’uomo primitivo». Al termine dello spettacolo Oreglio incontrerà il pubblico nella Sala Rivolta: «È una cosa che faccio volentieri. Nel 2008 avevo già organizzato un evento simile, intitolato «Teaforum»: c’è stata una grande partecipazione di pubblico, spesso la gente rimaneve lì a discutere anche quando io me ne andavo...».

Fabio Ravera

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Sulle spalle dei giganti

di e con Flavio Oreglio

Teatro alle Vigne, via Cavour 66Lodi, domani alle 21.

Dopo lo spettacolo l’artista incontrerà il pubblico presso la sala Rivolta

(Per informazioni e biglietti: tel. 0371/425862-3, fax 0371/549104, [email protected], [email protected])

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