Rockets, dagli anni ’80

il “mito” arriva a Lodi

È il gruppo che ha inventato lo “space-rock” e che grazie all’uso di vocoder, laser ed effetti speciali, abbinati a un look fantascientifico, ha segnato il panorama musicale tra la fine degli anni Settanta e il decennio successivo. I Rockets, gli originali, capitanati dallo storico tastierista Fabrice Quagliotti che dal 1977 porta avanti il marchio nonostante un recente tentativo di appropriazione da parte dell’ex cantante Luca Bestetti, torneranno a scaldare il pubblico lodigiano come già accadde nel 1979. Sarà ancora il mitico Otto Blues, oggi Lodi Dancing, a ospitare la band franco-italiana: l’appuntamento è fissato per venerdì 16 settembre (ore 22), con possibilità di assistere al solo concerto (16 euro con consumazione inclusa) oppure di acquistare il pacchetto menù (26 euro con cena inclusa).

«C’è una sorta di guerra in atto tra i vecchi componenti del gruppo, ma quelli che suoneranno a Lodi saranno proprio i Rockets originali – spiega Franco Zanini, organizzatore della serata -. L’evento è inserito nel ciclo “Remember Otto Blues”: l’idea è far respirare la stessa atmosfera degli anni Ottanta. Vorrei ringraziare gli ex proprietari del locale, Paolo ed Enzo Iotti, e Lodi Dancing che ci ospita». I Rockets ottennero un grande successo in Italia grazie a brani quali Future Woman, Space Rock, One More Mission, Electric Delight e soprattutto On the Road Again, ancor oggi talvolta trasmesso per radio, oltre a Galactica, vero e proprio tormentone del 1980 che li portò alla vittoria del Telegatto come miglior gruppo straniero.

Il loro genere musicale fu subito definito “space-rock” per le venature fantascientifiche dei testi e per le sonorità elettroniche e “aliene” dei primi lavori. Più avanti venne invece associato alla disco e infine al pop elettronico (synthpop). Ma i Rockets sono ricordati anche per il loro look particolare ispirato agli extraterrestri: il viso ricoperto con una speciale crema argentea e il corpo avvolto in tute in tessuto argenteo dal design fantascientifico.

Anche copertine dei loro album e i testi delle loro canzoni si ispiravano all’iconografia e alla letteratura “fantasy” del periodo, mentre il loro suono faceva larghissimo uso di elettronica, pur includendo anche basso, chitarra e batteria tradizionali.

La storica band, che ideò il genere dello “space-rock”, si esibirà il 16 settembre all’ex Otto Blues di viale Pavia in un concerto-revival per gli amanti del vintage.

© RIPRODUZIONE RISERVATA