Quei “capricci” di Paganini: «Un’ossessione che non mi abbandona»

Anca Vasile Camaran protagonista domenica del concerto di apertura delle Vigne

I ventiquattro “capricci” di Paganini sono quasi un’ossessione per lei: «Sono una musica che non mi abbandona – dice la violinista Anca Vasile Caraman – li ho preparati per moltissimi concorsi e li ho suonati spesso, ma non si finisce mai di studiarli». La giovane violinista di origine rumena sarà a Lodi domenica (aula magna del Liceo Verri, ore 17), protagonista del primo concerto della stagione musicale del Teatro alle Vigne, in cui proporrà l’integrale della leggendaria composizione di Paganini nella versione per violino e pianoforte (l’accompagnamento pianistico fu composto da Schumann), accompagnata da Enrico Pompili, un pianista che si è esibito con le più importanti orchestre europee e ha inciso diversi CD dedicati soprattutto ad autori del 900. I “capricci” di Paganini da sempre costituiscono una sfida per ogni violinista; oltre ad averli eseguiti in molti concerti, Anca Vasile ha di recente inciso un CD (edito da Stradivarius) in cui dà prova del suo talento virtuosistico nell’esecuzione ed è in uscita anche una versione in DVD, che permetterà anche di osservare il lavoro spericolato delle mani dell’artista. Ma il virtuosismo non basta: «è importante anche esprimere stati d’animo attraverso la musica; ogni capriccio ha una sua atmosfera particolare, o è dedicato a una precisa suggestione musicale. Ad esempio il quarto capriccio è dedicato alla terza sinfonia di Beethoven; oppure per la cosiddetta “risata del diavolo” del capriccio n. 13, ho scoperto una diversa chiave di interpretazione, che collega la vertiginosa discesa delle terze alla discesa di Orfeo agli Inferi alla ricerca di Euridice. Quindi sono alla continua ricerca di nuovi modi di interpretazione».

Anca Vasile Caraman è ottimista sulla possibilità di appassionare i giovani alla musica classica: «Ho suonato qualche sera fa al Teatro Grande di Brescia e ho visto tanti giovani in platea. Dipende anche dal repertorio che si offre, e poi per i ragazzi che studiano musica, assistere a un’esibizione dal vivo è un’esperienza molto coinvolgente. Quando si suona dal vivo, la connessione con gli spettatori diventa più profonda, si crea un’emozione e un’interazione tra l’artista e la platea».

A proposito del concerto lodigiano, la violinista ci offre un’informazione in anteprima: «Abbiamo deciso di fare una registrazione live durante il concerto di Lodi. E’ una bella impresa, che restituisce una situazione speciale, molto diversa da una registrazione in sala d’incisione».

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