Quando anche il videogame diventa un “pezzo da museo”

La collezione di Santo stefano si arricchisce di nuovi (vecchi) giochi

Il museo del giocattolo e del bambino di Santo Stefano Lodigiano, non si è certo fermato per la pandemia, ma ha approfittato di questi mesi per elaborare nuove proposte. La novità che, a breve il pubblico potrà ammirare, è la vetrinetta dedicata ai videogiochi. A spiegare la nascita di questo nuovo spazio, al passo ci tempi, è il curatore Alessandro Franzini: « La vetrina dedicata a videogiochi e console vintage (“retrogaming”, come si usa dire) rappresenta la naturale evoluzione del percorso storico museografico. Un museo non è mai finito e se lo si ritiene tale, lo si trasforma in luogo deputato alla polvere.».

«Dall’antenato “Pong” fino alla prima Playstation , l’oggetto meno antico esposto in museo, curatori compresi - scherza Franzini -. In mezzo ci sono l’Atari e l’Intellivision, il Commodore e lo Spectrum, un Nintendo e i Sega». Nomi che hanno ancora un suono magico per tutti quelli che erano ragazzi negli anni Ottanta. «Né mancano il primo Game boy, il primo Grillo Parlante... perfino il primo Tamagotchi» continua Franzini.

Un elemento di fascino che rimanda dai videogiochi ai film è “Adventure”, del 1979, gioco realizzato per la celebre consolle Atari 2600, con grafica essenziale che mette nostalgia a chi ci ha giocato.

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