Proust, Pasolini: il Biondillo lettore

si “confessa” agli studenti di Casale

Si definisce un «lettore compulsivo», ma spesso per mancanza di tempo non riesce a «divorare» tutti i libri che vorrebbe. Accanto al letto tiene uno sgabello al posto del comodino, dove sono accatastati decine di volumi in attesa di essere sfogliati, e solo da pochi anni si è liberato dal senso di colpa di dover per forza terminare la lettura di un libro con il quale non riesce a entrare in sintonia. Così Gianni Biondillo, il noto saggista e giallista milanese, si è descritto nelle vesti di lettore ai tanti studenti delle classi terze e quarte dell’Istituto Cesaris di Casalpusterlengo che ieri hanno affollato l’aula magna della scuola per assistere al debutto della rassegna “La mia storia di lettore”, un’iniziativa della Provincia di Lodi a sostegno del torneo letterario“«Sfida all’ultimo libro” ideato dal Sistema bibliotecario lodigiano. Proprio un romanzo di Biondillo, Per sempre giovane, fa parte dell’elenco delle opere che gli studenti hanno letto per sfidare altre scuole superiori del territorio nel concorso. Durante la lunga e piacevole chiacchierata, moderata da Michela Sfondrini, l’autore si è soffermato soprattutto sulla sua storia personale, parlando ai ragazzi dei suoi gusti letterari (una predilezione per Pasolini e per la Recherche di Proust) e del suo battesimo come lettore. «Il primo libro che ho letto è stato Ventimila leghe sotto i mari, quando ero alle elementari, e da allora non ho più smesso», ha detto raccontando la sua infanzia in famiglia dove la cultura non era contemplata e i libri non esistevano. Biondillo ha poi insistito sul concetto di «leggere i libri al momento giusto», e sulla «necessità di leggere per crescere, imparare e avere una più vasta conoscenza del mondo che ci circonda». Agli studenti che gli hanno chiesto qualche consiglio ha preferito non rispondere, perché «ognuno è un mondo a sé, e a ognuno di voi consiglierei un libro diverso». In conclusione una battuta: «Io non leggerei mai un libro di Moccia perché non fa parte della mia sensibilità, ma piuttosto che niente leggerei pure quello».

F.R.

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