Presentato il volume sulle abbazie

Al Cerreto la storia dei monaci del territorio

Tornando da Abbadia Cerreto verso Lodi, domenica pomeriggio, tutto è stato chiaro: la bellezza di quel tramonto di fuoco che si spegneva tra le nuvole dietro il campanile solitario del Cerreto è l’esempio tangibile di quanto le abbazie e il lavoro dei monaci siano parte integrante della nostra storia e del nostro territorio.

Il libro La preghiera e la Terra (Edizioni Bolis), con introduzione di Marco Meschini, fotografie di Antonio Mazza e testi di Ferruccio Pallavera, affronta il tema dell’influsso che i monaci delle abbazie del Lodigiano e del Sudmilano hanno avuto sulla costruzione del territorio.

La pubblicazione è stata realizzata con il contributo della Fondazione della Banca Popolare di Lodi, rappresentata domenica da Duccio Castellotti presidente della Fondazione, e da Fabrizio Marchetti responsabile della divisione Bpl del Banco Popolare.

Nella sua introduzione, Duccio Castellotti ha sottolineato il grande sforzo compiuto dall’istituto di credito nel settore della promozione e della valorizzazione del territorio: il grande volume cartonato è infatti il terzo della serie. I primi due, del medesimo formato e ormai esauriti, sono stati dedicati rispettivamente alla chiesa dell’Incoronata di Lodi e al tempio di San Francesco in Lodi. Medesime parole sono state pronunciate da Fabrizio Marchetti.

L’importanza del monachesimo è stata spiegata anzitutto dallo storico Marco Meschini, autore della corposa prefazione al libro: «San Benedetto creò la regola per tenere unita questa particolarissima famiglia di persone, e capì che bisognava trovare un equilibrio tra volontà, intelletto e corpo». Preghiera, studio e lavoro, quindi, sono i fondamenti della loro vita, come ha testimoniato lo stesso Antonio Mazza, che per realizzare le fotografie ha passato giornate intere immerso tra le mura storiche delle abbazie, e ha conosciuto la vita dei monaci nella chiesa come nella biblioteca e nei campi. «Anche il lavoro fisico diventa importante - ha continuato Meschini -: lavorare il proprio pezzo di terra significa diventare partecipi della redenzione del cosmo operata da Cristo» ha detto Meschini.

Ferruccio Pallavera si è invece soffermato sull’importanza svolta, nella storia medioevale della nostra terra, dagli insediamenti monastici. Di sei di questi esistono tuttora tracce visibilissime: le chiese abbaziali di Abbadia Cerreto, Ospedaletto Lodigiano e Villanova del Sillaro nel Lodigiano, le chiese monastiche di Calvenzano di Vizzolo Predabissi, Chiaravalle e Viboldone nel Sudmilano. Altre abbazie sono state vandalicamente rase al suolo, come quella di Santo Stefano, mentre la medesima e identica sorte è stata seguita da buona parte dei monasteri adiacenti: di essi, in alcuni casi, sopravvivono solo singoli edifici, come egli ex palazzi degli abati, alcuni dei quali in un pessimo stato di conservazione. Solo a Ospedaletto è stato registrato un ingente recupero conservativo.

La presentazione del volume, conclusa con una bella proiezione di fotografie di Antonio Mazza, è stata impreziosita dalle armonie del coro della Schola Gregoriana Silentium, che ha fatto risuonare celebri brani di musica sacra nelle antichissime navate cistercensi del Cerreto.

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