Piatti e rullanti per fare festa:

serata a tutto ritmo al “Verri ”

Batteria e percussioni protagoniste a Lodi con i Charly&Stone

Una gran confusione, una gran voglia di fare festa, di non prendersi troppo sul serio, di giocare, soprattutto: con se stessi e con il pubblico,certo, ma più di tutti con la musica, le note e i ritmi trascinanti che solo le percussioni sanno regalare.

I Charly&Stone, ensemble di percussioni nato dalle scuole di musica di Musicarte Lodi, Civica “Meridiana” San Zenone e Percussion Village Milano è stato protagonista della serata organizzata da Musicarte, dando vita a un evento come se ne vedono di rado, fatto di sincera baldoria e allegria, di quelli che mettono di buon umore, alleggeriscono il cuore e la mente e rendono quasi impossibile al corpo stare fermo, costringendolo, come minimo, a tenere il tempo con un piede.

Obbligati a ripiegare nell’aula magna del Verri dal vigoroso temporale che ha reso impraticabile il chiostro del liceo dove originariamente si sarebbe dovuto tenere lo spettacolo, i Charlie&Stone non si sono lasciati scoraggiare e anzi, aiutati dal rimbombo del piccolo auditorium, hanno suonato per più di un’ora, picchiando forte su piatti, tamburi e batterie con mani e bacchette.

I brani in scaletta, quasi tutti di loro composizione, sono stati Clap,clap (di Marco Camia), Viaggio, eseguito dal solista Umberto Battistotti (di Fabio Zaninelli e Marco Camia), 7 Down eseguito dal solista Davide Colombi (e sacritto da Lalo Davila), Drum Duo (Drummeria), For What For (di Lalo Davila), Cymbal Hospital (di Marco Camia), For Big Sid (di Max Roach conarrangiamento di Marco Camia), Percuotendo (di Marco Camia). A eseguirli, come un solo uomo gli otto componenti della band: Marco Camia (docente di tutta la squadra), Andrea Merlini, Francesco Landi, Federica Rossi, Umberto Battistotti, Davide Colombi, Michael Bugatti e Carlo Cerri. A fare da intervallo tra un brano e l’altro, i divertenti intermezzi di un voce narrante un po’ stralunata (quella della simpatica Daniela Marinoni) e i siparietti goliardici dei musicisti, presentatisi come lo scalcinato equipaggio di un altrettanto scalcinato aereo di linea, impegnati per tutta la sera a scherzare tra di loro, a tirarsi palline di carta e a infastidirsi a vicenda con un’improvvida vuvuzela.

Alla fine il pubblico lodigiano si allontana soddisfatto, contento e finalmente divertito. Come è giusto che sia al termine di uno spettacolo solare (a dispetto del clima uggioso), gioioso e carico di fantasia. Insomma come è giusto siano gli spettacoli, e come è giusto sia l’estate. Anche se a giudicare dagli impermeabili del pubblico infreddolito del Verri, viene da temere il contrario.

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