Paolo Gorini, i segreti di un “mago”

Tra la biblioteca di Palazzo Sormani e la sede della Società di mutuo soccorso esperti e luminari ripercorreranno opere e vita

del “pietrificatore di cadaveri” reso famoso dagli studi anatomici

segreti di cenere e pietra

Bicentenario di Paolo Gorini

Domani dalle 9.15, alla biblioteca centrale a Palazzo Sormani, Milano; sabato dalle 9.15 alla Società di mutuo soccorso, via Callisto Piazza, a Lodi.

«Uno scienziato del suo tempo. Ma anche il mago di Lodi». Così Alberto Carli, curatore della collezione anatomica Paolo Gorini, definisce il famoso “pietrificatore” di cadaveri, del quale quest’anno ricorre il bicentenario della nascita. Una data importante per ricordare questo personaggio complesso e intrigante, nel quale convivono due anime: quella legata alla scienza e alla storia della medicina, ma anche quella più “fiabesca”, in cui si intrecciano leggende e dicerie. Domani e sabato, a Gorini verranno dedicati due seminari, divisi tra Milano e Lodi, intitolati Segreti di cenere e pietra. «Si tratta di due giornate di studi in cui si alterneranno storici e docenti universitari per gettare luce su tutta l’attività scientifica di Gorini, ma anche sulla sua vita - spiega Alberto Carli, moderatore e anche relatore nei due incontri -. Nel mio intervento, per esempio, analizzerò il magistero di Paolo Gorini presso il Liceo comunale di Lodi».

L’incontro milanese (domani dalle ore 9.15, alla Biblioteca Centrale a Palazzo Sormani) vedrà la partecipazione anche dei lodigiani Francesco Cattaneo (Durante la vita di Paolo Gorini. Lodi e il Lodigiano nell’Ottocento) e Angelo Stroppa (Paolo Gorini e il suo mito). Tra i relatori ci sarà anche Dario Piombino Mascali dell’Università di Vilnius, in Lituania, il quale si sta occupando di un progetto molto singolare: l’analisi del Dna delle mummie goriniane attraverso i capelli.

Diverse le novità che verranno presentate anche durante l’incontro di Lodi (sabato dalle 9.15, alla Società di mutuo soccorso di via Callisto Piazza), nel quale da seguire, in particolare, sarà l’intervento di Giacomo Giacobini dell’Università degli studi di Torino: «Presso l’archivio del museo dell’anatomia di Torino ha trovato alcune teste mandate dagli eredi di Gorini - spiega Carli, da dodici anni conservatore del museo lodigiano -. Attualmente stiamo studiando questi documenti che testimoniano che dopo la morte dello scienziato continuò a esserci interesse intorno ai suoi metodi».

Francesca Malaraggia e Margherita Puglielli presenteranno invece una relazione sulla valorizzazione e sulla promozione della collezione anatomica lodigiana: «Presto verrà aperta la nuova sala con i preparati milanesi di Giuseppe Paravicini - annuncia ancora Carli -. Le bacheche saranno offerte dal Rortary». Tante testimonianze dunque, per tentare di comprendere a trecentosessanta gradi una figura affascinante come quella del Gorini.

Ma qual è, oggi, l’attualità dello scienziato lodigiano? «Recentemente ho visto a Milano la mostra di Gunther von Hagens, l’anatomopatologo tedesco che attraverso la cosiddetta plastinazione permette la conservazione del corpo umano - racconta Carli -. Oggi questo processo diventa arte, ma scientificamente non ce n’è alcun bisogno. All’epoca di Gorini, sì. Nell’Ottocento un museo anatomico non era macabro: era diversa la cultura della morte e un museo del genere aveva un intento didattico. Quella che opera von Hagens è invece pornografia della morte». Studiando Paolo Gorini, le sue opere e la sua esistenza si può invece scavare a fondo nel nostro passato: «L’attualità di Gorini è storica - è la chiosa -. È uno dei personaggi più intriganti e divertenti, si inserisce in tutti i discorsi politici e sociali del suo tempo attraverso la scienza. È una bella leggenda storica, da raccontare e continuare a investigare».

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