PALCOSCENICO A San Colombano va in scena “Matti in libertà” con gli studenti del Cesaris VIDEO

Nell’ambito della rassegna teatrale lo spettacolo dei ragazzi dell’istituto di Casalpusterlengo

Il 13 maggio 1978 fu una data spartiacque: la legge Basaglia (dal nome dello psichiatra che fu il paladino della riforma) sancì la chiusura dei manicomi, rivisitando il sistema di cure per il disagio mentale segnando, al contempo, una svolta epocale nel mondo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici. Il trattamento sanitario obbligatorio subì una rivoluzione paradigmatica e vennero istituiti i servizi di igiene mentale pubblici che fecero cessare, su suolo nazionale, iniquità e accanimenti controversi come l’utilizzo scellerato della terapia elettroconvulsivante, più comunemente nota col nome di elettroshock.
Sabato 14 ottobre presso l’oratorio di San Colombano (secondo appuntamento della rassegna teatrale banina) gli studenti del “Cesaris” di Casalpusterlengo con lo spettacolo “Matti in libertà” di Cristina Zatta hanno ripercorso una delle fasi cruciali per tale cambiamento storico vertendo sulla simbologia di “Marco Cavallo”: una mastodontica scultura equina di color celeste che nel 1973 venne collocata all’interno del manicomio di Trieste divenendo l’icona della lotta etica a favore degli internati.

TEATRO "Matti in libertà" alla rassegna banina. Video di Marco Spernicelli

Una rappresentazione ricca di momenti introspettivi, sublimazioni poetiche, coreografie suggestive e messaggi di denuncia che hanno rivendicato con la forza espressiva dell’arte, il tema della dignità umana come diritto inalienabile.

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