NUOVI MEDIA Poletti scala i social con le buone notizie: «Io, un trasmettitore di positività»

Il giornalista di San Donato è ai primi posti della piattaforma “Linkedin”

Dal 5 maggio 2017, ogni mattina, senza mai “bucare” un giorno, pubblica su Linkedin una buona notizia legata al mondo del lavoro. La lungimiranza del progetto e la costanza quotidiana hanno permesso a Filippo Poletti, giornalista di San Donato Milanese, di diventare una delle “top voice” del social network dedicato allo sviluppo dei contatti professionali. A inizio anno Poletti ha raggiunto i primi 100mila follower: oggi è il giornalista italiano più seguito proprio grazie al taglio positivo dei suoi contenuti.

Che effetto fa trovarsi in cima a questa speciale classifica?

«È una grande responsabilità nei confronti delle persone che mi seguono. Potrei definire la mia rubrica come un “trasmettitore di positività”, oppure come una “pillola di serotonina quotidiana in formato post”. Il mio progetto è in controtendenza rispetto ai cosiddetti leoni da tastiera: non ho mai urlato, né cercato l’attacco».

Come hai maturato l’idea di raccontare solo notizie positive legate al mondo del lavoro?

«Ciascuno è artefice della propria influenza. Ogni mattina sta a noi decidere di essere “influencer” positivi o negativi. In Italia ci sono 43milioni di persone regolarmente attive sui social: significa che l’attenzione nei confronti di ciò che succede in Rete è molto elevata. Su Linkedin gli utenti attivi sono 9,7 milioni, il 42% dei lavoratori. Ho fatto mia una frase di Paolo Gallo, tratta dal libro “La bussola del successo”: “Il capitale umano è dato dalla conoscenza per le relazioni, il tutto moltiplicato per la reputazione”. Una formula semplice che ho sempre cercato di portare avanti nella mia professione. Sono rimasto fedele all’impegno preso nel 2017, non ho mai saltato un giorno. La parola “successo” viene prima di “sudore” soltanto nel dizionario».

Ti definisci un cercatore di storie. Qual è la più bella che hai raccontato?

«Il 26 giugno 2020 pubblicai un post su Luigi Engelmayer, l’edicolante lodigiano morto di Covid a 54 anni, raccontando la decisione della figlia Martina, all’epoca 21enne, di portare avanti l’attività e il sogno del padre. Una bella storia di rinascita in un momento molto buio».

Quali saranno i temi più caldi del 2024 sul fronte del mondo del lavoro?

«Uno è sicuramente la settimana corta. Un progetto in cui credo e che è attuabile anche in Italia. Già nel 2023 sono stati annunciati esperimenti per ridurre i giorni lavorativi da grandi aziende come Lavazza, Lamborghini e Luxottica. Ma sono convinto che il discorso possa riguardare anche le piccole e medie imprese: qualche giorno fa ho raccontato la storia di G. Elettric, azienda della provincia di Siena, che ha proposto ai lavoratori la possibilità di optare per un orario di 10 ore spalmato su 4 giorni allungando di fatto il fine settimana. Un altro tema caldo è la parità di genere. Si può fare meglio su questo fronte, ma se si guarda cosa è successo nel 2023 i segnali sono positivi: anche grazie al Pnrr che ha indicato la parità come obiettivo da raggiungere».

Nel giorno in cui hai raggiunto 100mila follower, Chiara Ferragni ne ha persi altrettanti…

«Quando si parla di bambini, di malattie e di beneficenza non si può sbagliare. Chiara Ferragni ha commesso un gravissimo errore. Personalmente mi ispiro alla celebre formula manzoniana, ancora attualissima: raccontare il vero, l’utile e l’interessante».

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