Note che illuminano la Vigilia di Natale

Vicini agli angeli che cantano la gioia di Gesù che nasce, nell’ora che precede la Messa di Natale: i lodigiani hanno trascorso così la piovosa notte della Vigilia, stretti gli uni agli altri ad applaudire le Acrobazie barocche dell’ensemble Il Demetrio, protagonista del tradizionale concerto che la Bocconi Alumni Association e il Comune di Lodi organizzano da ventidue anni nella suggestiva cornice del Tempio Civico dell’Incoronata. Promosso in collaborazione con l’associazione “Poesia, La Vita” e il contributo della Fondazione Bpl, il concerto ha richiamato nell’ottagono del tempio civico una gran folla, festosa e commossa come quella che più di duemila anni fa era accorsa a Betlemme per salutare la nascita del Redentore. Fra i tanti volti intenti a scambiarsi gli auguri prima dell’inizio del concerto, anche quello di monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, arrivato all’Incoronata in tempo per ascoltare qualche brano, prima di correre in Cattedrale a prepararsi per la Messa.

Il concerto è iniziato alle 21.30 in punto, quando gli otto musicisti che compongono l’orchestra d’archi hanno fatto il loro ingresso in chiesa, preceduti dal direttore Maurizio Schiavo. Facendosi largo fra le persone accalcate attorno alle panche, hanno raggiunto l’altare per il primo dei brani in programma, la “canzona a due voci” di Giulio Mussi, un compositore lodigiano del XVII secolo di cui si hanno pochissime notizie. «La sua riscoperta - ha detto il maestro Schiavo - è solo il primo passo di un percorso di approfondimento che stiamo portando avanti in collaborazione con l’Accademia Gerundia: da quest’anno in avanti, il concerto di Natale si aprirà con la musica di uno dei tanti autori che, a partire dal Cinquecento, si sono succeduti alla direzione della Cappella musicale dell’Incoronata».

Dopo la vivace composizione per viola e basso continuo del Mussi, il concerto è proseguito con brani di altri autori barocchi (Vivaldi, Händel, Torelli), illustrati uno alla volta dal direttore per dare al pubblico una chiave interpretativa in più, e ai concertisti il tempo di accordarsi. Caratteristica peculiare dell’ensemble Il Demetrio,infatti, è quella di suonare su strumenti d’epoca, particolarmente sensibili all’umidità e dunque bisognosi di frequenti accordature. I pochi minuti d’attesa all’inizio di ogni brano, comunque, sono stati abbondantemente ripagati dalle sonorità calde e vibranti regalate da questi antichi strumenti, affidati al talento di Carlo Calegari (contrabbasso), Simonetta Heger (clavicembalo), Ugo Nastrucci (tiorba), Yayoi Masuda e Giambattista Pianezzola (primi violini), Claudia Monti e Giorgia Gianna (secondi violini), Antonio Papetti (violoncello) e lo stesso Maurizio Schiavo, nelle duplici vesti di direttore e violista.

Disposti a semicerchio ai piedi dell’altare, sono stati raggiunti a metà concerto dalla soprano Elisa Maffi e da Jonathan Pia alla tromba naturale, uno strumento barocco molto difficile da suonare, senza tasti per intonare l’altezza delle note. Jonathan Pia ha dimostrato in questo senso un’abilità notevole, rivaleggiando con la voce incantevole e cristallina di Elisa Maffi in entusiasmanti sfide di virtuosismo ed espressività. Il loro campo “di battaglia” preferito? Händel, autore della pastorale di Natale eseguita a fine concerto, che ha inondato di luce lo spirito degli ascoltatori e riempito i cuori di gioiosa trepidazione.

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