MUSICA Treves: «Chiudete gli occhi e immaginate di essere a Chicago o New Orleans»

Il musicista ha festeggiato sabato al Lodi blues festival i cinquant’anni della sua band

Si è chiusa con una standing ovation la tredicesima edizione del Lodi Blues Festival, caratterizzata dall’esibizione della Treves Blues Band, che proprio quest’anno festeggia i cinquant’anni di carriera. Verso la fine del concerto di sabato infatti, tutto il numerosissimo pubblico presente al teatro alla Vigne si è alzato in piedi per omaggiare i componenti della band: Fabio Treves, armonicista amato a livello internazionale, Alex Kid Gariazzo, voce limpida e chitarra dirompente, Gabriele Dellepiane al basso, solido generatore di sostrato ritmico, e l’estroso ed instancabile Massimo Serra alla batteria.

L’apertura della serata era stata affidata al gruppo spalla formato da Cek Franceschetti alla chitarra e da Federica Zanotti alla batteria. Per una quarantina di minuti, i due artisti hanno regalato ai presenti un blues di grande impatto emotivo, grazie all’abilità della Zanotti nel disegnare un tessuto ritmico robusto sul quale le profonde sonorità della voce e le ruvide pennate della chitarra di Franceschetti hanno agito con enorme ricchezza di contenuti.

«Siamo in una chiesa sconsacrata, ma se chiudete gli occhi potreste immaginare di essere a Chicago o a New Orleans» ha promesso poi Treves al pubblico, una volta raggiunto il palco. Ed è stato proprio cosi, quando le onde vibrazionali che a ritmo incalzante si sono sommate l’una all’altra fino a divenire una burrasca si sono riversa sul pubblico. «Quando negli anni Settanta, in un periodo di musica progressive, cantautorato politico e jazz d’avanguardia, mi convinsi a creare una band, in molti tentarono di dissuadermi dall’idea. Nessuno credeva che si potesse fare molta strada suonando blues. Eppure questa sera a Lodi festeggio cinquant’anni di musica, nell’ambito di un festival dedicato, mentre degli altri generi che all’epoca erano di moda, non vi sono che poche tracce» ha detto divertito Treves, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. Il concerto si è svolto in un itinerario che ha seguito le tracce del blues contemporaneo, pur con rinfrescanti immersioni alle origini della musica afroamericana. Non è mancato un medley che ha mescolato accenni di brani degli Stones, dei Beatles e di Santana, né l’interpretazione del brano Lodi, inciso dai Creedence Clearwater Revival nel 1969.

Il concerto è terminato con il pubblico in visibilio e un doppio bis, al termine del quale Treves è sceso dal palco per salutare, abbracciare e stringere mani alle decine di persone che, come in un caldo abbraccio, l’hanno circondato per dimostrargli l’affetto che la città non gli ha mai fatto mancare.

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