MUSICA Ramin Bahrami alle Vigne: l’incanto del pianoforte per aiutare la Caritas

Il musicista iraniano è stato ospite della fondazione Comunitaria

Un pianista di fama internazionale per un programma musicale di eccellenza: questa la proposta del concerto benefico organizzato dalla Fondazione comunitaria della Provincia di Lodi per raccogliere fondi da destinare alla Casa San Giuseppe di Caritas. Martedì sera, sul palcoscenico di un teatro alle Vigne tutto esaurito, Ramin Bahrami ha eseguito le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach. Il pianista iraniano è uno degli interpreti più autorevoli del repertorio bachiano, al quale ha dedicato buona parte della sua carriera stellare. In apertura dell’evento, Mauro Parazzi, presidente della fondazione Comunitaria, ha manifestato tutta la soddisfazione per una risposta così entusiastica da parte del pubblico lodigiano, che ha raccolto l’invito non solo ad assistere a un evento culturale di grande rilievo, ma anche a condividere i valori di solidarietà e di responsabilità promossi dalla fondazione: «Si può essere provincia senza essere periferia – ha detto Parazzi -; è bello vedere un territorio che si unisce attraverso la cultura per raggiungere obiettivi importanti come quelli del progetto Casa San Giuseppe». Sul progetto al quale è destinata la raccolta di fondi, Carlo Bosatra di Caritas ha ribadito che «Casa San Giuseppe è la risposta della Chiesa lodigiana ai bisogni delle persone più fragili, che qui vengono ascoltate e accompagnate verso una prospettiva di futuro».

A Lodi Bahrami aveva già incontrato nella mattinata gli studenti delle scuole superiori e li aveva coinvolti con la sua semplicità e il suo calore comunicativo, parlando della necessità di un nuovo umanesimo e della sua fiducia nei giovani come ambasciatori di bellezza per il futuro. Al pubblico del concerto ha invece riservato la sua straordinaria sensibilità e la sua tecnica prodigiosa, risultato di una lunga ricerca interpretativa, al servizio di uno dei capolavori musicali più complessi e affascinanti della storia della musica occidentale. Il pianista, con le trenta Variazioni sul tema iniziale, che poi ritorna alla fine come chiudendo una forma perfettamente circolare, ha condotto gli ascoltatori ad affacciarsi su una prospettiva vertiginosa, come succede con la lettura di certi canti del Paradiso di Dante, o con l’osservazione dello spazio profondo al telescopio elettronico: grazie a un virtuosismo talmente interiorizzato da apparire del tutto naturale, l’arte di Bahrami mette chi ascolta in contatto con una dimensione infinitamente cangiante e infinitamente armoniosa. Anche gli applausi alla fine sembravano non voler mai finire, e il musicista prima di congedarsi ha regalato al pubblico tre bis, dedicandoli alla speranza di libertà per il popolo iraniano.

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