Muore a 63 anni un artista dai mille volti

A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L’incertezza è pura agonia». Questo è l’ultimo tweet sulla bacheca dei profili Twitter e Facebook di Giorgio Faletti, postato nella notte tre il 2 e il 3 luglio, un giorno prima che l’attore-scrittore si spegnesse nell’ospedale le Molinette di Torino dove era ricoverato. Aveva 63 anni, era malato da tempo per un tumore. Unanime il cordoglio degli amici del poliedrico artista, da Fiorello a Teo Teocoli. Faletti ha conosciuto il successo in vari ambiti artistici. Da cabarettista in tv ha fatto ridere il grande pubblico a Drive in con personaggi mitici come il vigilante Vito Catozzo e in un Fantastico con Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti.

Laureato in Giurisprudenza, coltiva anche la passione per la musica pubblicando nel 1988 il primo mini-album Colletti bianchi, colonna sonora del telefilm omonimo che lo vede fra i protagonisti. Nel 1991 suo secondo disco, Disperato ma non serio, il cui brano Ulula è tra i più trasmessi in radio nel 1991. Sempre quell’anno scrive per Mina, Traditore, e sarà anche autore di brani per Milva, Fiordaliso, e Branduardi. Nel 1992 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Orietta Berti con la canzone Rumba di Tango. A Sanremo torna nel 1994 e vince il premio della critica, classificandosi anche al secondo posto in assoluto, con Signor Tenente, ispirata alla strage di Capaci e di via d’Amelio. Ma è nel 2002 che sorprende tutti, pubblico e critica, con il suo straordinario esordio da narratore con il primo thriller, Io uccido, che vende oltre 4 milioni di copie. Nel 2004 raddoppia con il secondo romanzo Niente di vero tranne gli occhi per continuare poi la fortunata carriera di scrittore. Sarà anche attore impegnato, in Baaria di Tornatore e ne Il sorteggio di Giacomo Campiotti. I funerali si terranno martedì ad Asti.

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