Mostra del cinema di Venezia, Zeller chiude la trilogia famigliare con “The son”

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Come quel giorno in cui gli hai insegnato a nuotare e lo hai lasciato per la prima volta in mare aperto. Controllando da un poco distante che non andasse a fondo. Essere genitore è quella cosa lì, dice Florian Zeller, e non cambierà mai, per sempre e per tutti i giorni della tua vita.Non poteva esserci maniera migliore del film del regista e drammaturgo francese per chiudere il cerchio su uno dei grandi temi di questa Mostra del cinema 2022. “The son” (il figlio) è il terzo capitolo della trilogia teatrale di Zeller e arriva in Concorso e sullo schermo dopo il bellissimo “The father. Nulla è come sembra” per cui Anthony Hopkins aveva vinto l’Oscar come attore protagonista.
In “The son” stavolta il protagonista è Nicholas, un figlio adolescente problematico (Zen Mcgrath) ma il film potrebbe essere un capitolo dedicato a una madre o a un padre: Hugh Jackman è il genitore affermato, stimato professionista, con una carriera lanciata e un padre a sua volta ormai distante (per questo ruolo brevissimo di pochi minuti Anthony Hopkins regala una prova d’attore di rara intensità), Laura Dern è invece la madre del ragazzo mentre Vanessa Kirby è la nuova compagna dell’uomo, a cui ha appena dato un altro figlioletto. Cinque generazioni attraverso cui Zeller racconta il mestiere difficile d’essere genitori e il significato d’essere figli, condizione che per entrambi non cambia nonostante il passare del tempo.
Zeller è spietato quando racconta le difficoltà di crescere un figlio, così come era stato senza filtri nel descrivere il dolore di vedere il decadimento di un anziano genitore in “The father”. Se quello era un thriller dei sentimenti questo “The son” è un dramma intimo e allo stesso tempo universale, capace di abbracciare tutte le epoche e di regalare emozioni molto forti.

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