Mostra del Cinema di Venezia: Crialese e Aronofwsky, la ricerca dell’identità e la prigione del corpo

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La ricerca di un’identità, il corpo come una prigione. La famiglia. C’è un filo che unisce molte delle storie e degli autori dei film in Concorso alla Mostra del cinema 2022. Temi che diventano “politici” anche quando sono dichiaratamente personali.
Tra questi c’è sicuramente Emanuele Crialese che ne “L’immensità” compie un viaggio intimo raccontando di una famiglia nella Roma degli anni ’70 che - il regista ha rivelato - essere ispirata alla sua e alla sua storia personale. Adriana (bravissima e credibile Penelope Cruz) è la primogenita di casa, con un fratello, una sorella, una mamma troppo bella come confronto e un padre rigido e distante. E un’identità tutta da costruire, con un corpo femminile che fa fatica ad accettare, e da cui desidera essere liberata. Un impulso che unisce madre e figlia, in qualche maniera accomunate in questa prigionia di una casa borghese. Tutto intorno le canzoni di Raffaella Carrà e Celentano, i balletti nei varierà in tv, i mobili in formica e un contesto alto-borghese che mal sopporta la diversità.
Il corpo è una prigione anche per Charlie, il protagonista di “The whale” il film con cui Darren Aronofsky torna alla Mostra del cinema dove nel 2008 vinse il Leone d’oro per il bellissimo “The wrestler”.

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