Mostra del cinema di Venezia, Amelio e il “diverso”

Sul “Cittadino” le recensioni dei film e i “promossi e bocciati” dell’inviato Lucio D’Auria

Gianni Amelio riporta alla luce il caso di Aldo Braibanti per parlare – attraverso una storia di cronaca del finire degli anni ’60 – anche dell’Italia di oggi. L’obiettivo de “Il signore delle formiche” è dichiarato, addirittura manifesto tra le pieghe del film mano a mano che si svela la storia (dimenticata) del controverso intellettuale condannato per plagio nel 1968, in base al capo di imputazione introdotto dal fascismo con il Codice Rocco. Braibanti, scrittore, filosofo, drammaturgo e mirmecologo (è lui lo studioso delle formiche del titolo) emiliano fu arrestato e poi condannato dopo un processo che all’epoca fu molto seguito dalla cronaca ma poi completamente finito nell’oblio, assieme alla figura di questo intellettuale ex partigiano e dirigente del Pci.
«Considero questo caso ancora molto attuale - ha detto il regista nelle interviste - perché ancora oggi esistono una provincia e delle istituzioni molto retrive dove si sviluppa un bullismo sia verbale che fisico contro il “diverso”». Non sembra un caso che il rapporto con la diversità, in tutte le sue forme, l’inclusione siano tra i temi centrali affrontati dai film scelti per il Concorso di questa edizione.

Sul “Cittadino” in edicola domani, giovedì 8 settembre, la recensione di “The son”

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