Mostra del cinema di Venezia, arriva l’apocalisse con “Siccità” di Virzì

Sul “Cittadino” le recensioni dei film e i “promossi e bocciati” dell’inviato Lucio D’Auria

Sulla terra siamo solo in prestito» e non si salva nessuno. Questa volta Paolo Virzì non fa sconti e in “Siccità” (presentato fuori concorso alla Mostra del cinema arrivata alle battute finali) nonostante il tono che non dimentica la commedia disegna una parabola apocalittica sull’Italia d’oggi che potrebbe sembrare - speriamo di no - perfino profetica.

A Roma non piove da tre anni, la città va incontro alla chiusura dell’acquedotto pubblico, la gente sopravvive con il razionamento grazie all’aiuto che arriva dalle altre parti del Paese, mentre si diffonde un’epidemia di febbre sconosciuta che sta causando i primi morti e le blatte infestano le case. E mentre, tutto sommato, la vita di tutti continua in un vorticoso intrecciarsi di storie, rabbia, disagio, sorrisi amari, piccole e grandi sconfitte e poca speranza.

Scritto insieme a Francesca Archibugi, Paolo Giordano e Francesco Piccolo, quello del regista toscano è un film corale che mette insieme un cast ”monstre” (Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi e Sara Serraiocco in ordine sparso) e deve collegare un numero altrettanto corposo di storie. Probabilmente troppe, a danno del risultato finale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA