Mirko Volpi, benvenuti all’“Asilo club”: genitori e figli tra ironia e realtà

Il mondo dei bambini raccontato nel nuovo libro dello scrittore di Nosadello pubblicata da Salani

Mirko Volpi è un fuoriclasse della scrittura. Nessuna esagerazione, nessun campanilismo. “Asilo Club”, la sua ultima opera, fresca di stampa per Salani, conferma e amplifica il talento dell’autore di Nosadello («diocesi di Lodi», sottolinea lui), studioso di Dante e dei suoi commentatori antichi per professione ma anche acuto e ironico osservatore della contemporaneità. Il suo nuovo libro, un racconto antropologico che sconfina nel romanzo come il precedente “Oceano Padano”, parla di paternità, dei misteri dell’infanzia, dei limiti invalicabili del rapporto genitori-figli, attraverso una prosa ricercatissima, colta e precisa che si eleva nel panorama letterario italiano. “Asilo Club” (Salani, 224 pagine, 16,90 euro) è una storia autobiografica, un viaggio semiserio tra le paure e le aspettative dei genitori che si devono scontrare con gli indecifrabili silenzi dei bambini: “Prima regola dell’Asilo Club: non si parla dell’Asilo Club”. Volpi sognava di essere un padre all’antica, tutto d’un pezzo, ma si ritrova a raccontarsi con sguardo tenero e sincero quando il primogenito Ludovico inizia il suo percorso scolastico, con annessi i temuti Giorni dell’inserimento, i corsi pomeridiani, la routine quotidiana del tragitto verso la scuola dell’infanzia L’aquilone di Pavia.

«Mi sono rassegnato, sono in tutto e per tutto un genitore del 2021, presente e partecipe – racconta l’autore, docente di linguistica italiana all’Università di Pavia -. È impossibile mantenere quei vagheggiamenti di educazione di altri tempi. Il contesto è cambiato, così come è cambiato il rapporto tra i coniugi. Il problema è che oggi vige un eccesso di presenza su tutti i singoli aspetti della vita dei nostri figli, c’è spesso una preoccupazione estrema rispetto a ciò che diamo loro, in termini affettivi e di esperienze, quando invece un atteggiamento più rilassato e distaccato potrebbe evitare pressioni ai bambini. È come se i genitori fossero terrorizzati dallo sbaglio educativo». “Asilo Club” è nato come “prova di scrittura” su Facebook, la stessa modalità che, sei anni fa, diede alla luce “Oceano Padano”, i cui luoghi e tratti antropologici riecheggiano anche nel nuovo volume. «Poi l’interesse di Mariagrazia Mazzitelli, direttrice editoriale di Salani, ha scorto le potenzialità per farne un libro e mi ha spinto a provarci. Il limite invalicabile dell’ “Asilo Club”, titolo che ho scelto ispirandomi a “Fight Club” di Palahniuk, è in realtà una metafora per raccontare il vero mistero dei bambini, ossia la loro interiorità. La lettura dell’animo di un bambino mi sembra una cosa gigantesca e difficile da penetrare». Volpi descrive le genitorialità in modo originale, ironico e profondo, regalandoci al tempo stesso splendide pagine di alta letteratura. «Credo che l’esattezza del pensiero non possa separarsi dalla complessità della scrittura. L’unione di certi sintagmi che creano immagini è, per me, un elemento imprescindibile per arrivare a una definizione più chiara e profonda di ciò che voglio dire. L’ironia, invece, ha a che fare con il mio carattere, con il mio modo di pormi rispetto alla realtà. È anche una sorta di difesa, per distanziarmi da quello che racconto e non farmi travolgere, a maggior ragione se si tratta di un tema così intimo e complesso come la paternità».

Ludovico per ora si è limitato a guardare compiaciuto la copertina, quasi ignaro di essere il protagonista di un gioiello della nostra letteratura contemporanea. La piccola Agnese, la sorellina, ha invece già chiesto quando uscirà un libro tutto per lei: speriamo presto.

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