Metropoli e natura: le sculture da record di Matteo Berra

Alla scoperta delle opere del 44enne originario di Pandino che ha studiato al “Cazzulani” e al “Gandini” di Lodi

La sua opera più nota, “Fold”, letteralmente “piega”, ha raggiunto un invidiabile record: è la scultura più alta realizzata nella città di Milano, 23.5 metri in acciaio inossidabile che percorrono la facciata di un palazzo di otto piani in zona Melchiorre Gioia. Inaugurata nell’aprile 2019, dopo circa tre anni di lavoro, si presenta come un’elegante onda, il “dettaglio” che unisce architettura, disegno, arte, urbanistica e cultura. L’autore è Matteo Berra, 44 anni, scultore pandinese di origine e lodigiano di adozione (ha studiato al “Cazzulani” e al Liceo scientifico “Gandini” prima della laurea specialistica in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera).

Per realizzare la scultura, ho noleggiato un grosso capannone a Zingonia, l’opera è stata separata in 12 pezzi, poi trasportati e montati». “Fold” è una scultura eccezionale non soltanto per la dimensione, ma anche per la tecnica utilizzata per assemblarla: la superficie è stata prodotta sovrapponendo qualcosa come 24 chilometri di tondini d’acciaio dal diametro di 6 millimetri, saldati pazientemente a mano.

«Sono cresciuto in campagna, a Pandino, e in quasi tutti i miei lavori si trovano rimandi alla natura: spesso è presente l’idea della “crescita con la variazione”, ossia il fatto che la natura stessa cerchi le soluzioni più adatte per avere successo.

«In Corea, invece, partecipai (vincendo il primo posto, ndr) a una manifestazione, il “Sea art Festival” nel 2011. L’opera, “New star, new birth”, rimasta in scena per un mese e mezzo, mi è stata ispirata dallo spirito del luogo, ho creato un disegno nell’acqua, un ricamo sul mare utilizzando polistirolo su filo come fosse una collana».

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