Mastroni-Nucci, due lodigiani all’Arena

Il giovane basso è stato chiamato dal grande baritono a rivestire i panni di Sparafucile nella celeberrima pièce verdiana sul proscenio-mito della lirica italiana

Sul palco dell’Arena di Verona, per uno degli appuntamenti più attesi e importanti dell’anno lirico. Debutto di prestigio per il basso lodigiano Andrea Mastroni, originario di Sant’Angelo, ora milanese d’adozione, brillante voce lombarda del mondo dell’opera, venerdì sera sul palco di uno teatri più suggestivi del mondo con il Rigoletto verdiano in compagnia del talento internazionale, e orgoglio del Lodigiano nel mondo, Leo Nucci.

L’appuntamento, che ha chiamato a raccolta circa 15mila spettatori, era uno degli eventi in programma per la celebrazione del bicentenario della nascita del compositore Giuseppe Verdi e per il giovane lodigiano è stato un debutto inaspettato e ricco di soddisfazioni.

«La mia partecipazione non era in programma - ha raccontato Mastroni - : sono stato chiamato il sabato precedente all’esibizione e ho avuto la possibilità di provare per tre giorni. È stata quindi una bella sorpresa ricevere questa telefonata e avere l’onore così di duettare con il maestro Leo Nucci».

Per Andrea Mastroni la parte non era certo sconosciuta, dato che nei panni di Sparafucile - il sicario ingaggiato da Rigoletto per uccidere il duca di Mantova che mette in moto la tragedia e provoca la morte di Gilda, la figlia del protagonista - si è già esibito diverse volte, anche Alla Scala di Milano, con cui andrà anche in Giappone a novembre. Esibirsi all’Arena però è stata una novità e una grande emozione, «perché è uno dei palchi della lirica più importanti a livello mondiale e la risposta del pubblico è stata molto calorosa nei miei confronti - ricorda ancora il talento lodigiano - : il fatto che ci fossero poi circa 15mila persone dimostra che l’interesse nei confronti della cultura e dell’opera, fortunatamente, non cala, nonostante la grave crisi vissuta da molti enti lirici e concertistici».

Molto emozionante, per Mastroni, il momento del duetto con Leo Nucci ovvero il primo incontro tra Rigoletto-Nucci e Sparafucile-Mastroni, «in cui interpreto di fatto, non solo un sicario, ma anche la coscienza maligna di Rigoletto, che vuole spingerlo alla tragedia. È un momento molto intenso».

Ad aggiungere intensità, il momento della tempesta nella narrazione, quando all’Arena si è alzato un vento che frustava le quinte e le faceva cadere, mentre i lampi accendevano il buio. «Abbiamo dovuto fare una pausa di 40 minuti prima di riprendere la rappresentazione - racconta ancora il giovane - : possiamo dire di aver avuto gli effetti speciali senza doverli creare». Per il lodigiano, diplomato con il massimo dei voti all’istituto Claudio Monteverdi di Cremona, è l’ennesima conferma. Già vincitore del concorso “Giuseppe Di Stefano” 2007 a Trapani per lo stesso ruolo di Sparafucile nel Rigoletto verdiano, Mastroni si è aggiudicato anche il premio “Mario Basiola” nel 2005 e il “Premio Bibiena” 2007, si è anche laureato in filosofia estetica e ha debuttato nell’Aida con il ruolo di Re Ramfis. Nel suo curriculum, vanta collaborazioni con i più importanti enti lirici, partecipando a produzioni di rilievo. Tra i prossimi impegni, il viaggio in Giappone con il teatro Alla Scala sempre per Il Rigoletto, che lo porterà anche a Zurigo e Padova.

Andrea Mastroni parteciperà anche alla prima di dicembre della Scala ne La Traviata.

Rossella Mungiello

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