
Al giro di boa il Festival Noir registra l’apprezzamento del pubblico qualificato per il tenore degli incontri messi in campo, ma accusa poche presenze agli appuntamenti di Lodi città, e si interroga sul futuro riaprendo un dilemma degli ultimi anni per il capoluogo: «Lodi città non risponde, ma il festival non può ridursi al conteggio delle presenze lodigiane», spiega l’ideatrice e direttrice Romilda Merli. La riflessione nasce a margine della serata di domenica sera nell’aula magna del Verri per l’incontro su Pantani, con una sala desolatamente vuota nonostante il tema abbia appassionato negli anni l’Italia intera. «Era un appuntamento dal quale ci aspettavamo di più, sicuramente, ma in generale è Lodi città che non risponde alle sollecitazioni culturali - afferma Romilda Merli -. Andremo a riproporre lo stesso incontro a Casale, e allora avremo la cartina di tornasole, ma francamente non ho molti dubbi. Portare i lodigiani fuori da casa è molto difficile. Se a questo aggiungiamo la concomitanza con altri eventi di grande rilevanza per la città, in primis l’entrata del nuovo vescovo, troviamo la risposta al perché delle poche presenze. E d’altra parte mi risulta che anche altre rassegne culturali quest’anno a Lodi abbiano faticato». Non è il caso del Festival della Fotografia etica, che ha fatto registrare 7mila presenze. «Con gli organizzatori abbiamo un rapporto di collaborazione tanto che abbiamo realizzato eventi senza sovrapporci, ma anche il loro pubblico è stato solo in minima parte lodigiano - continua Romilda Merli -. Il Festival Noir è ancora relativamente piccolo, e giovane. È nato in provincia, ha fatto successo in provincia e forse a questo punto tornerà in provincia in futuro, anche se personalmente continuo a pensare che Lodi capoluogo non possa mancare in una rassegna di questo tipo». Intanto domani sera al teatro comunale di Casale (alle 21) va in scena l’omaggio a Giorgio Faletti, tra letture dei suoi libri e ricordi.
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