LUTTO Addio a Paolo Marchetti, cultore della luce e della natura nella pittura

Il maestro toscano, residente da tanti anni a Vizzolo Predabissi, si è spento a 88 anni

Un grande pittore, ma, in primis, un grande uomo. Si è spento, a 88 anni, Paolo Marchetti. Il maestro toscano, residente da tanti anni a Vizzolo Predabissi, è scomparso martedì mattina. Nato a Livorno ha tenuto, con successo, corsi d’arte e mostre personali in prestigiosi spazi espositivi italiani. Recentemente ha proposto i suoi quadri ad olio e ad acquerello a Firenze, Milano, Quinzano, Casaletto Vaprio, Lavenone e San Donato. Fra i suoi successi vale la pena segnalare il primo premio conseguito nella settima edizione del concorso nazionale di pittura estemporanea promosso dal circolo culturale “G. Brodoloni” di Peschiera Borromeo e il primo premio al concorso nazionale “Giacomo Malfanti” di Monticelli nella sezione pittura. Nei suoi pezzi si manifesta un infinito amore per la natura. Assieme alla ricerca cromatica va anzitutto sottolineata, nella pittura di Paolo, la sperimentazione luministica. «La luce, nei miei quadri, è la prima cosa - disse -, attuata per conferire al quadro un’atmosfera avvolgente e una notazione dolcemente romantica».

Qual è dunque il “segreto” di Marchetti e il senso della sua “eredità” artistica? Sicuramente l’efficacia della sua pittura, che riesce a tratteggiare coinvolgenti atmosfere paesaggistiche dove i colori della natura risaltano con una musicalità davvero sorprendente ed intensa. Oltre agli scorci e alle marine, Marchetti presenta, come di consueto, anche intriganti nature morte. La pittura di Marchetti è dunque permeata da uno sconfinato amore per la natura che egli traduce in ricche composizioni di profonda indole lirica. L’alternarsi delle stagioni e il ciclo vitale sono al centro del suo comporre, entro il quale viene bandita qualsiasi ovvietà. Nell’ultima personale, tenuta all’Adafa di Cremona, ha proposto, come di consueto, non solo gli eccezionali oli, ma anche i formidabili acquerelli e i non meno riusciti pastelli. Non da ultimo stava preparando una retrospettiva presso i suggestivi spazi del Castello di Melegnano, in programma a gennaio, a cui meditava di abbinare un catalogo monografico dopo quello stampato parecchi anni fa e pressoché introvabile.

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