Lu Colombo, note d’autore a Maracaibo

Erano solo canzonette, ma più nella forma che nel contenuto. Perché basta rileggere i testi di Maracaibo o Rimini Ouagadougou, le due hit degli anni Ottanta, per accorgersi che la canzone d’autore ha sempre fatto parte del bagaglio artistico di Lu Colombo. Messi da parte gli arrangiamenti pop e dance, che all’epoca rappresentavano quasi una sfida o una provocazione, dopo anni di silenzio l’artista milanese è tornata a stupire, grazie a una musica meno “invasiva” ma più raffinata, facendo conoscere al pubblico italiano un grande cantautore come Joaquin Sabina, «un De André spagnolo» che oggi si può comprendere grazie alle impeccabili traduzioni di Sergio Secondiano Sacchi. In Molto più di un buon motivo , l’abum appena pubblicato da Up Art Records, Lu Colombo ha raccolto 12 perle del poeta andaluso che gli spettatori lodigiani hanno potuto ascoltare in anteprima nazionale durante la seconda serata de “La Corte in festa”, la rassegna organizzata dalla Provincia all’interno della suggesstiva cornice del chiostro di San Cristoforo. Brani colti, visionari e poetici che l’interpretazione di Lu Colombo ha caricato di pathos ed energia. Classe e talento da vendere, la cantante milanese ha portato nel cuore di Lodi l’universo «rivoluzionario» di Sabina, figura di spicco della cultura latino-americana ma anche grande «equilibrista del verso», capace di spaziare tra i temi più disparati - l’amore, il passato, l’inconscio, il tormento dell’anima - mantenendo sempre una grande forza poetica ed espressiva. Un mondo molto vicino a quello interiore di Lu Colombo, straordinaria soprattutto nell’interpretazione di 19 giorni e 600 notti, la canzone che ha dato il via al progetto, e di Millenovecentoquarantesette, brano che nella versione originale era dedicato alla Madrid del dopoguerra e che la traduzione di Sacchi ha ambientato a Napoli. Le note di Maracaibo e Rimini Ouagadougou, rilette in chiave acustica grazie al raffinato arrangiamento di Marco Poggiolesi (chitarra classica ed elettrica), Michele Staino (contrabbasso) e Andrea Brogi (batteria e percussioni), hanno chiuso un concerto intenso e originale, salutato dal pubblico tra applausi scroscianti. Gli stessi che, a inizio serata, hanno accolto Voci, progetto che attraverso un’alchimia perfetta fonde il jazz sperimentale con i versi di tre poeti di Sant’Arcangelo di Romagna come Tonino Guerra, Raffaello Baldini e Nanni Pedretti. I brani dialettali, affidati alla voce singolare di Daniela Piccari, hanno trovato un’originale collocazione nei sentieri sonori creati dal contrabbasso di Andrea Alessi e dalla fisarmonica di Simone Zanchini, abii a cogliere e amplificare la grandezza dei versi di tre personaggi di spicco del nostro Novecento.

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