L’ospedale Maggiore si trasforma nel set di un cortometraggio per la campagna di sensibilizzazione che il Movimento per la lotta contro la fame nel mondo (Mlfm) lancerà la prossima primavera, per «promuovere l’importanza di donare il sangue anche fra i cittadini stranieri, dando loro l’opportunità di partecipare più attivamente alla vita civile del nostro territorio». A dirlo è Viola Guerci, responsabile del progetto che il Mlfm ha messo in campo in collaborazione con l’Avis provinciale di Lodi, il club 25 della Croce rossa di Codogno e con il contributo di Fondazione Cariplo: anche lei era presente ieri pomeriggio al centro trasfusionale del Maggiore, per seguire da vicino le riprese del cortometraggio, affidate allo studio di produzione MaGestic film di Casalpusterlengo. Nei prossimi giorni il set si trasferirà in via Fissiraga, nella vecchia sede dell’ospedale, dove resterà per tutta la settimana, poi i due registi (Stefano Venosta e Nicolò Rebughini) si chiuderanno in sala di montaggio fino all’inizio di marzo. A interpretare i due protagonisti del corto - la storia di un’amicizia nata in circostanze drammatiche, che proseguirà nel corso degli anni proprio grazie al dono del sangue - sono quattro attori volontari (Ismail, Gabriele, Habib e Luca), reclutati anche fra i ragazzi del laboratorio permanente “Lodi città aperta”, impegnato da anni sui temi dell’intercultura. La nuova campagna di sensibilizzazione (intitolata “Straniero a chi?”) si inserisce infatti in un progetto più ampio, avviato anno un anno fa dal Movimento in collaborazione con l’Avis e l’Ufficio di piano, che si è tradotto in una serie di iniziative di mediazione e supporto alla comunità straniera, fra cui lo sportello informativo di Codogno (già attivo ogni martedì dalle ore 14 alle 17) e un altro a Lodi di prossima apertura. Il piccolo film che si sta girando in questi giorni al Maggiore è un ulteriore tassello di questo progetto, e verrà seguito da uno spot di trenta secondi da trasmettere sulle reti nazionali, che verterà sul medesimo tema e verrà girato una volta ultimato il corto. «È molto importante che anche i cittadini stranieri diventino donatori - spiega Viola Guerci - e non solo dal punto di vista della partecipazione civile: se infatti un’africano del Camerun o di qualche altro Paese della fascia sub equatoriale avesse bisogno di una trasfusione, il sangue di una persona di origini caucasiche potrebbe causargli problemi già alla seconda sacca, perchè contiene elementi diversi, che possono causare crisi di rigetto». Da qui l’importanza di avere a disposizione sangue di persone appartenenti alle varie comunità straniere presenti sul territorio, anche quelle più restie a questa forma di volontariato. Il corto proverà a convincerli ad abbracciare la cultura del dono, e per aggirare il problema della lingua i registi hanno scelto di eliminare i dialoghi, puntando tutto sulla colonna sonora originale di Mattia Milesi.
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