Lodi, una città per la cultura:

«In 4 giorni 15mila presenze,

vicini a grandi festival italiani»

Altro che sonnacchiosa e apatica, Lodi è una città viva che ha tanta voglia di cultura. Lo dimostrano i numeri della seconda edizione del Festival sui comportamenti umani, la rassegna organizzata dal comune che ha chiuso i battenti domenica sera. Quasi tutti i gli eventi hanno fatto registrare il tutto esaurito, per un totale di 15mila presenze complessive nell’arco dei tre giorni e una buona parte di pubblico (circa il 20%) proveniente da fuori città, in particolare dal Cremasco. Anche i temuti accavallamenti tra le varie conferenze non hanno prodotto effetti negativi, anzi. Basti solo pensare alla serata di sabato, quando in programma c’erano due “piatti forti” come gli incontri con Mauro Corona, lo scrittore, alpinista e scultore, e Maria Luisa Busi, la giornalista che ha voltato le spalle al Tg1: in entrambe le occasioni, pur concomitanti, si è raggiunto il tutto esaurito, un dato che diventa ancor più eclatante se si considera che nella stessa serata Lodi ospitava anche la prima semifinale dell’Amatori hockey e il concerto di Arisa per la chiusura dei Laus Open Games, e inoltre molti tifosi del Milan sono rimasti incollati alla tv per seguire la partita scudetto dei rossoneri. «Questo dimostra che una città come Lodi può sostenere un’offerta contemporanea di grandi eventi», sottolinea il sindaco Lorenzo Guerini. Del resto il modello ricalca l’impostazioni dei maggiori festival italiani: «Gran parte delle manifestazioni di questo tipo si sviluppano tra i tre e i cinque giorni, presentando eventi che si accavallano - spiega l’assessore alla cultura Andrea Ferrari -. Il nostro obiettivo principale è portare a Lodi persone che arrivano da fuori provincia, e al tempo stesso far entrare Lodi nell’élite dei festival italiani. Certo, noi non pensiamo di poter competere con città come Mantova, ma ogni anno vogliamo aggiungere un tassello che ci possa avvicinare a queste realtà. Spalmare il festival su più giorni sarebbe pressoché impossibile: in primo luogo per una questione di costi, e poi perché dal punto di vista mediatico l’impatto sarebbe minore. Penso inoltre che sia stimolante poter scegliere tra i vari eventi concomitanti, che abbiamo comunque cercato di diversificare, anche se in taluni casi la scelta risulta difficile. E poi è comunque bello respirare l’intensità del festival». Una kermesse che proseguirà anche il prossimo anno, perché il comune vuole continuare a investire in cultura: «Malgrado un budget ridotto (80mila euro, metà dei quali coperti da sponsor la spesa complessiva, ndr) - dice Guerini - siamo riusciti a organizzare un festival di alto livello che ha attirato molti spettatori. Per noi la cultura è un tema importante: non sono risorse dedicate all’effimero, ma alla crescita complessiva della città». Tra i progetti futuri, aumentare la promozione della manifestazione fuori territorio per incrementare anche il turismo e proporre un programma ancora più variegato che contempli anche quelle discipline (come la letteratura e la poesia) un po’ snobbate quest’anno. «Il festival dura quattro giorni ma l’organizzazione continua tutto l’anno - precisa Ferrari -. Non sempre si riesce a far coincidere le date con la disponibilità degli ospiti, altre volte bisogna rinunciare per questioni di budegt. Quest’anno sono stati apprezzati anche eventi considerati minori, come quello con la grafologa Claudia Pomoni o quello in «stile Oxford» tra Bellavita e Simonelli. Gli ospiti hanno poi avuto anche occasione di soggiornare e visitare la città, ed essere riconosciuti dalla gente, per uno scambio che è andato al di là degli incontri ufficiali».

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