Lodi “capitale” della chitarra

Da otto anni, tra marzo e settembre, la piccola Lodi si trasforma nel “feudo” della chitarra classica. Un titolo conquistato grazie all’entusiasmo e alla lungimiranza dell’Atelier chitarristico Laudense, il sodalizio guidato da Mario Gioia che ha vinto la propria scommessa pur puntando su un genere non esattamente radicato nella nostra cultura popolare. Eppure i numeri testimoniano il contrario: concerti sempre gremiti e una crescente attenzione anche a livello nazionale. Nel circuito delle “sei corde”, la Stagione internazionale di chitarra classica» è ormai una realtà consolidata. Con pochi soldi ma tante idee, Mario Gioia e soci sono riusciti a portare in città veri e propri fuoriclasse, provenienti da ogni angolo del globo. E la rassegna 2013 continuerà nel solco di questa fortunata tradizione, con ospiti di grande spessore artistico che daranno vita a sei concerti che si annunciano imperdibili. Ancora una volta la città metterà a disposizione le sue “sale” migliori dal punto di vista acustico e scenografico: l’aula magna del Liceo Verri in via San Francesco, il Tempio civico dell’Incoronata e la corale di Santa Chiara Nuova in via delle Orfane. La kermesse partirà ufficialmente domenica, alle ore 17: sul palco dell’aula magna del Verri tornerà l’argentino Victor Villadangos, sorta di “nume tutelare” della rassegna (era già stato a Lodi nel 2007 e nel 2009, oltre a un’esibizione fuori programma nel 2011 a Casalpusterlengo), che avrà l’onore e l’onere di aprire l’ottava edizione. «Villadangos è uno dei più grandi chitarristi al mondo - dice Mario Gioia -. Riesce a unire la tecnica del tango con la musica classica: uno dei suoi meriti maggiori è proprio quello di fondere queste due anime. Non dimentichiamo inoltre che Villadangos è il trascrittore per chitarra dei brani di un certo Astor Piazzolla». Quella di domenica sarà uno dei rari appuntamenti per vedere dal vivo il maestro di Buenos Aires, il cui “mini tour” europeo consisterà in due sole tappe. Ma a dare spessore internazionale alla rassegna arriveranno, nei prossimi mesi, altri musicisti di esperienza e talento: il serbo Goran Krivocapic (7 aprile), l’inglese Graham Anthony Devine (12 maggio), l’italiano Emanuele Buono (14 giugno), il francese Lazhar Cherouana (5 luglio) e il russo Dimitri Illarionov (21 settembre). «Lo stile di Krivocapic si inserisce nella tradizione classica tedesca; tra i giovani chitarristi europei è sicuramente il numero uno - continua Mario Gioia -. Il repertorio di Devine è incentrato soprattutto su Bach e per questo abbiamo scelto di farlo suonare in un luogo, il Tempio civico dell’Incoronata, che si addicesse perfettamente a questo tipo di musica. Buono è tra i primi chitarristi italiani, è un virtuoso straordinario e in carriera ha vinto tutti i premi più prestigiosi. Cherouana è il vincitore dell’ultimo concorso internazionale “Michele Pittaluga” di Alessandria, mentre Illarionov è l’emergente di spicco della scuola russa, probabilmente quello che ha assorbito meglio il “germe” dello spirito latino». Grandi nomi dunque, nonostante un periodo tutt’altro che roseo sul fronte economico e istituzionale: «Di anno in anno la qualità della rassegna è sempre aumentata, grazie a una rete di conoscenze che si è via via ampliata, l’appoggio di altre associazioni e il fondamentale contributo della Fondazione della Banca Popolare di Lodi. Il futuro? La crisi c’è e si sente. Abbiamo tanti progetti, ma navighiamo a vista: prima bisognerà capire quali istituzioni ci saranno vicine». Tra i meriti dell’Atelier c’è anche quello di aver “riesumato” e digitalizzato il Fondo chitarristico “Luigi Ricca” della Biblioteca di Codogno, omaggio (sempre molto gradito) che spetta a ogni musicista ospitato in città. Il sodalizio è inoltre sempre alla ricerca di nuovi sostenitori e aperto alle proposte degli appassionati grazie alle pagine aperte su Facebook e Twitter.

Fabio Ravera

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