LODI AL SOLE Scindy e Rosina, una filastrocca che diventa libro

Più di centro persone alla presentazione del libro di Maia Iovacchini

Insegnante alla scuola dell’infanzia fin dal 1997, Maia Iovacchini (insieme alla collega di una vita, Emi) ha sempre utilizzato le filastrocche come strumento didattico, ma una di esse ora, grazie ai disegni di Luisa Grecchi e alla casa editrice Linee Infinite, è diventata un libro per bambini. Un libro che sembra aver già conquistato il pubblico, visto che alla presentazione, giovedì sera nel cortile della Biblioteca Laudense (nell’ambito di Lodi al Sole) hanno partecipato almeno cento persone.

«Questa è una delle filastrocche che usiamo a scuola. Le utilizziamo come sfondo integratore, cioè si tratta di storie che ci danno una linea in cui inseriamo gli obiettivi che vogliamo raggiungere. È un po’ come quando, per convincere i bambini a mangiare le verdure, le metti dentro le polpette» ha spiegato con un sorriso l’autrice, Iovacchini, spiegando come nascono queste storielle in rima, facili da imparare e impossibili da dimenticare.

Scindy e Rosina, per la precisione, è rimasta appesa per un anno nella classe degli orsetti (alla scuola Cabrini di corso Archinti a Lodi), finché la rappresentante di classe dell’epoca l’ha notata e ha proposto di farne un libro. Un’idea subito raccolta, ma che è finita in un cassetto quando Maia Iovacchini ha ammesso di non essere in grado di realizzare dei disegni all’altezza. Col tempo, però, la soluzione è arrivata grazie a Luisa Grecchi: «I bambini le chiedevano di disegnare e lei riusciva a realizzare le loro richieste, ho capito che era la persona adatta».

È nata così una collaborazione che non si è più interrotta: «Lavorare insieme è stato molto bello: per la prima volta chiedevo a qualcuno di illustrare le mie emozioni - racconta ancora Iovacchini -. Abbiamo scelto un tratto, che doveva essere vintage, abbiamo scelto quante tavole fare, e io le spiegavo come dovevano essere i personaggi: le galline furbette, questo in un modo, quello nell’altro, sentendomi quasi come una regista in un film. È stata un’esperienza bellissima».

I personaggi, poi, sono il sale della storia: «Scindy era la mia cagnolina, un animaletto che amavo e che è diventata attrice del libro. Poi ho inserito gli animali più amati dai bambini, quelli che riconoscono, di cui sanno il verso. Animali dolci, animali parlanti come quelli di Beatrix Potter, un’autrice che amo molto».

Alla fine del libro, i protagonisti sono richiamati uno ad uno, in una serie di tavole da colorare: «Mentre colorano, i bambini rivivono questa storia che per me, come è scritto nel sottotitolo, è una storia d’amore. A scuola insegniamo che amare è prendersi cura dell’altro».

Maia Iovacchini ora vuole portare il libro nelle scuole, con un laboratorio dedicato ai più grandi della scuola dell’infanzia e ai primi due anni delle primarie, che parta da una lettura del libro per proseguire su un altro settore di cui Iovacchini è esperta: la danza in cerchio. Partire dalla fantasia, quindi, per lavorare sull’espressione del corpo attraverso il ballo.

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