L’Italia a fumetti vista con gli occhi di Altan

Povero Cipputi: la classe operaia non solo non è andata in paradiso, ma è finita in un call center con un contratto di pochi mesi scritto su carta velina. Una sconfitta, forse, frutto del percorso bizzoso della storia e del tempo, che la penna di Francesco Tullio Altan ha saputo raccontare in quarant’anni di vignette e disegni. Al celebre vignettista è dedicata la mostra, inaugurata sabato scorso (e aperta sino al 15 maggio) nei locali del Coffee Move di corso Mazzini a Lodi, che raccoglie 40 sue tavole originali. Pochi tratti in cui con battute folgoranti, più amare e disilluse che comiche, Altan ritrae parti della storia d’Italia, del nostro modo d’essere, della nostra rassegnazione e, persino, delle piccole quotidiane meschinità di cui spesso l’itlaiano medio è protagonista o vittima.

A volere e realizzare l’esposizione il gruppo Adelante di Lodi, insieme al Meic - che ha inserito la mostra “Cipputi sui tetti. Francesco Tullio Altan e la crisi”, nell’ambito della rassegna, dedicata ai temi della precarietà e della crisi, “Il lavoro mobilita l’uomo”. «Avevamo già visto l’esposizione nel corso di un altro festival e abbiamo fatto in modo di portarla a Lodi - spiega Michele Merola, tra i responsabili di Adelante - perché ci piace l’idea di raccontare un tema come il lavoro anche attraverso le immagini e l’arte: dai fumetti al cinema, al teatro». Anche la scelta della location, un caffè, invece che un museo o una sala ufficiale, è in linea con le scelte del gruppo che ha realizzato la rassegna sul lavoro: «I temi che trattiamo sono concreti e ci è parso valesse la pena di portarli in giro, tra le persone invece che tenerli al chiuso, in spazi più ufficiali e formali. È come se invece di chiedere alle persone di venire da noi andassimo noi da loro».

Il valore della mostra è notevole, non solo per il tono amaro e pungente con cui il disegnatore ricostruisce e restituisce la storia economica e sociale del nostro tempo, ma anche per la preziosità delle tavole esposte: «Sono tutti disegni originali - continua Merola - in cui guardando con attenzione si possono cogliere imperfezioni, correzioni, cancellature. Persino, in un caso, una battuta cancellata e riscritta». All’inagurazione della mostra ha partecipato anche l’assessore alla cultura del Comune di Lodi Andrea Ferrari, che ha detto di essere impegnato, proprio in questi giorni «a portare a Lodi Altan, così da poter fare fra qualche giorno, una seconda inaugurazione, magari con l’autore presente».

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