Lilyhammer

SIAMO SERIAL: Un “gangster movie” con una robusta vena d’ironia con protagonista Steve Van Zandt (Little Steven)

Prendi un “gangster movie” e decidi di farci una serie tv. Poi, però, non sviluppi la storia a New York e nemmeno in Italia. No, il tuo personaggio, Frank “The Fixer” Tagliano, si muove in uno scenario freddo, freddissimo: la Norvegia, a Lillehammer. Anzi, Lilyhammer, scritto all’americana. La forza di questa fiction targata Netflix, sta proprio qui, nel cambiare radicalmente la tipica ambientazione delle storie di mafia. Il secondo elemento che ne decreta il successo è lui, l’ex padrino della mafia della Grande Mela: l’attore che lo interpreta, con un ghigno perennemente imbronciato, è Steve Van Zandt (Little Steven), il chitarrista della storica E Street Band di Bruce Springsteen. A dire il vero, c’è un terzo motivo, se Lilyhammer merita di essere vista: la trama riserva delle scene completamente folli, così ci si ritrova a ridere per situazioni che non si sarebbero mai neppure ipotizzate.

Tre stagioni, prodotte tra 2012 e 2014, che sviluppano una commedia drammatica. Frank Tagliano è un pentito che entra a far parte del programma protezione testimoni dell’Fbi e tenta di incominciare una nuova vita in Norvegia. Perché proprio a Lillehammer (stavolta in norvegese)? Perché nelle Olimpiadi invernali del ’94 era rimasto colpito dalle immagini del posto. E perché pensa che lì, nessuno lo troverebbe mai. Con il nome di Giovanni cerca a fatica di integrarsi nella società scandinava, finendo però per ripetere le solite, vecchie abitudini, arrivando a gestire un locale con loschi traffici. Il suo comportamento attira naturalmente l’attenzione della polizia locale.

Van Zandt aveva già interpretato il ruolo del mafioso nella celebre serie tv “I Soprano” e le citazioni in questo caso si sprecano. Si ritrovano anche due personaggi che hanno partecipato a tutte le stagioni dei “Soprano”, Tony Sirico e Maureen Van Zandt, moglie del protagonista nella vita reale. Proprio Maureen, parlando con Frank-Giovanni, dice che «sembra un episodio de I Soprano”», e lui risponde «non me ne parlare».

I riferimenti non si esauriscono qui: ci sono rimandi a “Il Padrino”, fin dall’inizio, con la scena del funerale, e anche a “Quei bravi ragazzi”, pellicole firmate da Martin Scorsese.

Quando hanno chiesto a Steve Van Zandt che tipo fosse Frank Tagliano, la risposta è stata la seguente: «Alla fine non è poi così cattivo: ha rispetto per le tradizioni, è leale, protegge gli amici, ha un sacco di buone qualità». Un motivo, forse, per dargli una chance.

Ps Purtroppo Netflix ha cancellato improvvisamente la quarta stagione

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