Licia Maglietta e la domenica delle donne

A Casale un monologo ironico e amaro

Dopo il successo del monologo “al maschile” che ha visto in scena Marco Baliani nei panni di Michael Kohlhaas, l’ultimo appuntamento della stagione di prosa del Teatro Comunale vede impegnata domani, venerdì, alle ore 21, Licia Maglietta in Manca solo la domenica con la stessa attrice che ha curato anche scene e regia, mentre i costumi sono di Katia Esposito, le luci di Cesare Accetta, il suono curato da Daghi Rondinini; per una produzione dei Teatri Uniti. Il testo riprende uno dei dieci racconti di Pazza è la luna (2007) di Silvana Grasso e vede Licia Maglietta in scena insieme a Vladimir Denissenkov che accompagna l’attrice col suono del Bayan, un tipo di fisarmonica cromatica a bottoni, dai timbri bassi più potenti, sviluppatasi in Russia all’inizio del XX secolo e che prende il nome dal bardo Boyan. Dunque una miscela suggestiva di musica dal vivo e di parole, per un monologo tutto al femminile che va in scena solo tre giorni dopo l’8 marzo, Festa delle Donne.

«Esistono amori che non danno la felicità, ma... se ne possono vivere altri!» dice la stessa Maglietta a proposito dello spettacolo. Borina, all’anagrafe Liboria Serrafalco, è una donna, è sposata, ma né lei ama il suo uomo, né costui a sua volta ama la moglie. A un tratto però l’uomo sparisce: si ritiene così che sia morto, tanto che la vedovanza diventa una condizione, addirittura un’ambizione per la donna frustrata. In realtà l’uomo è solo fuggito, ma Borina si immedesima a tal punto nella condizione di vedova, con un potere di autoconvinzione che verrà portato a conseguenze estreme, pur di dare concretezza al lutto solo ostentato. Licia Maglietta, vestita di nero, si trova alla perfezione nel suo personaggio passionale, ora spassosa, ora aggressiva, fino a imbastire una vita parallela alla sciatta quotidianità. Importante anche la dimensione “sicula” del personaggio, col suo idioma colorito, che rende così al meglio il grottesco della vicenda, come la continua recitazione cui la stessa Borina è costretta per il ruolo che le tocca in società.

E la musica in scena del Bayan di Vladimir Denissenkov non è solo accompagnamento, ma diventa interazione, dialogo, complicità. Quanto agli interpreti, Licia Maglietta, grande interprete napoletana, ha avuto esperienze importanti al teatro (da ricordare Delirio amoroso del 1995, nato dall’incontro con Alda Merini), ma anche nella danza e al cinema (oltre che la fiction per la tv). Tra i ruoli cinematografici da ricordare innanzitutto si cita quello di protagonista in Pane e tulipani (1999) di Silvio Soldini, per il quale ha vinto nel 2000 il premio David di Donatello come miglior attrice protagonista. Quanto a Vladimir Denissenkov, nato a Cernovtsi (Urss), si è diplomato presso il Conservatorio di Mosca. È stato campione del mondo di fisarmonica (1981), ha lavorato negli anni ‘80 presso la Filarmonica di Mosca ed è stato ospite stabile col gruppo “Zvoni Ruskie” all’interno dei programmi dei principali canali televisivi sovietici. Si è esibito in 40 Paesi e dal ’95 lavora stabilmente in Italia sia come solistia che in gruppo (con Moni Ovaia e Ludovico Einaudi).

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