LIBRI Uovonero vince il premio Strega con “Lilo”, cane anti-cyberbullismo

Il romanzo di Inés Garland edito dalla casa cremasca-lodigiana intreccia i temi dell’amicizia e della crescita con urgenze sociali come l’uso pervasivo delle nuove tecnologie

Un buffo cagnolino capace di decodificare le emozioni degli umani grazie al suo olfatto. Una storia raccontata in modo tenero e umoristico da una prospettiva inusuale, un romanzo che intreccia i temi dell’amicizia e della crescita con urgenze sociali come il cyberbullismo e l’uso pervasivo delle tecnologie. Uovonero, la casa editrice cremasca tra i cui fondatori c’è anche la lodigiana Lorenza Pozzi, si conferma all’avanguardia nell’ambito della letteratura per l’infanzia: “Lilo”, il romanzo di Inés Garland, illustrato da Maite Mutuberria e tradotto da Francesco Ferrucci, è risultato infatti vincitore del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2023 nella sezione 8+.

Il volume, i cui diritti per l’Italia sono stati acquistati proprio da Uovonero, è una storia di amicizia, empatia e cyberbullismo narrata dagli occhi Lilo, il buffo e tenero cane della giovane Emi. Entrata nella preadolescenza, la bambina ha smesso di giocare con lui, preferendogli il cellulare e il computer; inoltre si isola dai coetanei e molto spesso si chiude in camera a piangere. È così che Lilo decide di scoprire il motivo di questo improvviso cambiamento. Anche grazie all’aiuto di altri animali del vicinato, il cane riesce a indagare a fondo ciò che sta accadendo, svelando una realtà sconcertante. Lo stile ironico e lieve di Inés Garland e le vivaci illustrazioni di Maite Mutuberria favoriscono l’accesso a temi emotivi niente affatto facili, tipici della società contemporanea. Dalla voce e dalle riflessioni di Lilo emergono piccoli frammenti di saggezza, specchi nei quali ritrovare emozioni, a volte difficili da nominare e da riconoscere. Nei dialoghi si ritrovano i nodi che possono oscurare le relazioni genitoriali, si accenna alla solitudine di chi è così preso da se stesso da non accorgersi di quello che accade attorno a sé, si forniscono spunti, chiavi di lettura, spiragli per imparare ad ascoltare e capire il proprio orizzonte e quello degli altri. «Quattro anni fa, dopo aver vissuto tutta la mia vita nel centro della città, mi sono trasferita in periferia - racconta Inés Garland, scrittrice, giornalista e traduttrice argentina che ha già pubblicato diversi romanzi per adulti e ragazzi - . Mi sono innamorata per la prima volta di un quartiere, con i suoi marciapiedi fioriti e profumati, con la sua piazza per bambini e pensionati, con i binari del treno, con i suoi alberi, con i personaggi riconoscibili che incontravo ogni giorno nelle sue strade. E un giorno mi sono imbattuta in un cane con la testa di un pastore tedesco, con un corpo lungo e zampe molto corte. “Che brutto!”, pensai. Poche strade dopo, la voce di quel cane ha iniziato a parlare nella mia testa, e poche settimane dopo mi sono immersa nella scrittura di questo romanzo…». L’autrice argentina è stata premiata il 7 dicembre nel corso della rassegna Più Libri Più Liberi di Roma.

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