LIBRI Mercoledì 24 a Lodi si alza il velo sulle “ragazze” di Ilaria Rossetti: «Il mio primo romanzo corale»

Nell’aula magna del liceo Verri la presentazione dell’opera dell’autrice lodigiana, balzata agli onori delle cronache letterarie nel 2020 con “Le cose da salvare”

Il primo piano di una ragazza con gli occhi chiarissimi, un volto “senza età” ma che al tempo stesso rimanda alle composizioni delle foto di inizio Novecento. La splendida immagine che campeggia sulla copertina del nuovo romanzo di Ilaria Rossetti, “La fabbrica delle ragazze” (Bompiani, in libreria dal 24 gennaio), vuole essere anche un omaggio alle donne che la storia ha dimenticato. Come le 59 vittime, quasi tutte poco più che adolescenti, che morirono il 7 giugno 1918 a Castellazzo di Bollate, quando un’esplosione devastò lo stabilimento Sutter & Thévenot, fabbrica di munizioni e bombe. Una vicenda rimasta insabbiata per anni: «Solo Hemingway, che all’epoca si trovava a Milano come volontario della Croce Rossa, ne parlò in uno dei suoi 49 racconti – spiega la scrittrice -. Dopo di che silenzio totale, fino a quando il fatto è stata riesumato da un gruppo di cittadini di Bollate».

Questo lo spunto che ha permesso all’autrice lodigiana, balzata agli onori delle cronache letterarie nel 2020 con “Le cose da salvare” (vincitore del Premio Neri Pozza e proposto al Premio Strega), di scrivere il suo primo romanzo storico. Il libro verrà presentato in anteprima a Lodi, il giorno stesso della pubblicazione: l’appuntamento è fissato per mercoledì 24 (ore 21) nell’aula magna del liceo Verri in via San Francesco. La serata è organizzata in collaborazione con il Comune di Lodi, la Libreria Sommaruga e la casa editrice Bompiani. Ilaria Rossetti dialogherà con lo scrittore Alberto Schiavone.
«Presentiamo questo evento con particolare emozione – il commento dell’assessore alle attività culturali Milanesi -. Ilaria Rossetti è una voce importante nel panorama letterario, ma è sempre molto legata alle sue origini. Il nuovo romanzo, pur essendo ambientato un secolo fa, tratta di tematiche attualissime, come quella delle morti sul lavoro e offrirà diversi spunti per ragionare anche sulla società contemporanea». «Il titolo è molto evocativo – aggiunge l’assessore Manuela Minojetti -. C’è ancora tanto da fare questo argomento». Non mancherà, ovviamente, l’appoggio della Libreria Sommaruga, il “presidio di cultura” che ha subito creduto nel talento di Ilaria Rossetti. «Ma per noi è ancora soltanto Ilaria, anche se ormai ha fatto strada nel mondo della cultura – racconta Michela Sfondrini -. Diciassette anni fa avevamo presentato il suo primo racconto che vinse il Premio Campiello giovani. Siamo grati a Ilaria e a Bompiani di avere scelto ancora Lodi come prima tappa nazionale di questo nuovo viaggio». Il romanzo, oltre alla precisa documentazione storica, offre una serie di personaggi, storie e luoghi in cui i lodigiani si possono riconoscere: «La fabbrica è stata smantellata nel 1919, ora è rimasto solo un murales a ricordo della tragedia – chiude la scrittrice -. Si tratta del mio primo romanzo corale, è ambientato in zone che ricordano le nostre: è stato interessante raccontare e descrivere la campagna, le rogge, il fiume, la vita contadina».

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