Le luci della Fondazione Bpl fanno luce sui dipinti di de Wael

Una morbida luminosità esalta dalla scorsa settimana le luci e i colori di Cornelis de Wael, nella Cappella Palatina del Museo diocesano di Arte Sacra dove fino al 30 ottobre è allestita la mostra Misericordiae Vultus. Capolavori fiamminghi del Banco Popolare. Un appropriato impianto di illuminazione ha ottimizzato, a pochi giorni dall’inaugurazione del 14 settembre, la visibilità delle scene dipinte nel 1630 dall’autore di Anversa, nella Genova che accoglieva in quegli anni una numerosa colonia di pittori delle Fiandre. L’adeguamento approntato dalla Fondazione Banca Popolare, organizzatrice in collaborazione con il Museo diocesano della versione lodigiana della mostra ideata dalla Fondazione Credito Bergamasco, consente ora ai sette quadri illustrativi delle Opere di misericordia corporale, centro della rassegna completata da quattro dipinti della bottega di De Wael sul tema del figliol prodigo, di sprigionare tutta la personalità che fonde l’anima fiamminga con suggestioni italiane. In particolare quelle del gruppo dei Bamboccianti, ai quali de Wael si unì durante i suoi soggiorni romani: i colori, la luce anche proveniente da più punti e la lettura analitica della realtà giocata sull’abbondanza dei particolari nelle scene di vita popolare e quotidiana rispecchianti i costumi del tempo. Fa piacere e un po’ sorprende, nel pomeriggio di una inerte domenica lodigiana, scoprire il vivo andirivieni di visitatori che rispondono al richiamo dell’arte negli spazi del Museo di via Cavour 31, dove il messaggio del fiammingo caro ai committenti della città ligure si aggiunge all’attrattiva delle raccolte permanenti. Intorno ai quadri in sintonia con l’attualità tematica del Giubileo, la ricchezza del museo si esprime nei dipinti alle pareti dove spicca la cinquecentesca Madonna con Bambino del Soncino; e specialmente nella scultura lignea lombarda dal XV al XVIII secolo con le immagini della Passione: gioielli come il Cristo flagellato, il piccolo Compianto proveniente dall’Ospedale Fissiraga o l’Ecce Homo intagliato e dipinto, che simula le ferite profonde scrostando il rivestimento e scavando il legno. Nella sala contigua, l’ostensorio del Vescovo Pallavicino in argento fuso e cesellato rivela, insieme alle tavole dei Piazza, squarci di un patrimonio davvero poco noto. Un’occasione per scoprirlo la mostra di de Wael, le sue ambientazioni nella “Superba” del Seicento, l’atteggiamento compositivo tutto fiammingo che si contrappone alla visione sintetica del reale a partire da un unico punto di vista, sostituendo all’unitarietà della scena la sua composizione in più momenti, popolati di piccole figure. La mostra resterà aperta fino al 30 ottobre al Museo Diocesano di Arte Sacra, via Cavour 31. Orari: martedì e giovedì 11-14; mercoledì 15-18; venerdì 20-23; sabato e domenica 10-13 e 15-18.

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