L’arte lodigiana in lutto: è morto Felice Vanelli

Si è spento uno dei più importanti protagonisti del panorama artistico lodigiano: nella notte tra venerdì e sabato è morto Felice Vanelli, classe 1936, pittore, affreschista e scultore, che ha legato il suo nome a numerose ed apprezzate opere presenti sul nostro territorio. I funerali si terranno domani mattina, lunedì, alle 10.30 in Cattedrale a Lodi. Nel suo studio in via Pace da Lodi 13 è allestita la camera ardente.

Suo padre faceva il fabbro, sua madre era cameriera in case di lusso. Era sopranominata “l’artista” per la capacità di preparare e adornare gli ambienti. Ebbe modo di dire di se stesso. «Ho preso da lei la passione per le figure, per le forme. All’asilo, nell’ora del sonno, ero impegnato nel creare delle forme. Avevo tre anni, quando mia madre per Pasqua mi portò nella chiesa di San Francesco. Quando tornai, mi misi sul pavimento a imitare la figura del Cristo in croce. Prima di permettermi di andare a giocare, mi faceva disegnare delle stampe».

A 16 anni frequenta gli “Artefici” a Brera per il disegno chiaroscuro, poi sempre a Brera, è allievo della Scuola libera del Nudo. Infine al Castello Sforzesco, la scuola dell’affresco.

Il compendio di oltre mezzo secolo di impegno. Oltre 2500 metri quadrati di affreschi fra cui quelli delle chiese di Mirabello (1000 mq.), di Camairago (600 mq.) e di Dovera. Più di mille, fra i quadri i dipinti a olio e i disegni. Citazione di alcune sculture fra quelle più rilevanti. “La fontana con maternità” in bronzo a Graffignana di cui è stato anche autore del progetto; il monumento ai Caduti “Armonia e pace” a Castiraga; “La pietà del soldato”. In cemento elaborato a Turano: la “Ragazza con la corda” in Lodi; “Il gioco della lippa” a Senago e l’ultima opera, “Il Barbarossa” in Lodi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA