L’arte guarda avanti: la sperimentazione è di casa allo Spazio 21
Artisti di livello internazionale nella mostra aperta in via San Fereolo a Lodi
Una bella mostra, sullo sfondo suggestivo come quello dello Spazio 21 aperto un anno fa nella ex fonderia delle officine Gai: un luogo di archeologia industriale che sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per proporsi come punto di incontro tra la città e il mondo dell’arte internazionale. Lo ha avvertito il pubblico dei soci che nell’inaugurazione di sabato scorso ha affollato lo spazio dove la rassegna curata dall’architetto Carlo Orsini, presidente dell’Associazione Culturale “21” promotrice dell’iniziativa, ha portato ricerche contemporanee di rilievo. «L’intento era di offrire una rassegna di valore ai lodigiani - osserva Orsini, - ma il riscontro è andato oltre le aspettative, suscitando l’interesse anche a distanza di un pubblico qualificato, con la presenza di molti giovani». Realizzata in collaborazione con la galleria “Michela Rizzo” di Venezia, con la quale collaborano sei degli undici autori in mostra tra cui Pierpaolo Curti, che ha il suo studio proprio nello spaziodi via San Fereolo, la rassegna ha per filo conduttore il “Camminare come pratica artistica” ribadito dal titolo “Perìpatos”, una raccolta di esperienze di pratica estetica legate all’atto di deambulare, inteso nelle diverse interpretazioni.
L’inglese Hamish Fulton può considerarsi in questo senso il simbolo della mostra, protagonista com’è del cammino che secondo le sue parole «trasforma le idee in realtà vissute», come nella composizione di opere esposta. Con lui ha lavorato la piacentina Claudia Losi, che racconterà la sua esperienza in uno degli incontri collaterali che prevedono anche l’intervento di Orsini sul tema del cammino come pratica artistica, oltre alla proiezione al cinema Fanfulla di un film dedicato a Pippa Bacca, presente in mostra con il suggestivo “Spose in viaggio” testimone della performance itinerante legata alla sua tragica scomparsa. Di grande interesse i video, da quello di Curti girato nel parco Adda Sud imbiancato dalle spore dei pioppi e attraversato da trame di luce, alla camminata filmata da Antonio Rovaldi tra le strade di Manhattan, e specialmente a “Hikikomori” dove Francesco Jodice esplora aspetti della condizione giovanile giapponese e in particolare, con scioccanti interviste, il fenomeno della reclusione volontaria con l’annullamento della comunicazione. Altri spazi occorrerebbero per soffermarsi anche sulla grafite di David Tremlett, sulla scultura di Giuliano Mauri, sulla stampa di Michael Hopfner e su quelle del “Mare alto” di Alessandro Cimmino, sull’assemblaggio di Daniele Girardi e sugli inchiostri di Mariateresa Sartori, che completano questa mostra da non perdere.
Perìpatos
Lodi, Spazio 21, via San Fereolo 24. Fino al 12 dicembre. Orari: da giovedì a domenica, dalle 15 alle 19 (i329 0216380.)
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