L’aliena a caccia nelle Highlands

Il regista Jonathan Glazer ha circondato di attori

non professionisti Scarlett Johansson, enigmatica

adescatrice scossa dall’incontro con gli umani

VENEZIA 70 Ha il ritmo e i colori di un thriller, ma ha per protagonista un’aliena che a bordo di un furgoncino attraversa le strade delle Highlands scozzesi, adescando passanti. Ma non è un film di fantascienza. O almeno non lo è secondo i canoni classici del genere (e neppure secondo quelli degli autori che il genere l’hanno riscritto e reinterpretato a più riprese). Under the skin, diretto da Jonathan Glazer e presentato in Concorso alla 70ª edizione della Mostra del cinema di Venezia, sfugge a una facile catalogazione ed è piuttosto una sorta di road-movie metafisico che mischia realtà, fantasia, filosofia e letteratura cyber. Citando parecchio cinema degli autori più diversi.

Realtà perché il regista, per rendere il senso di straniamento della protagonista (Scarlett Johansson) ha utilizzato attori non professionisti da mettere al suo fianco; e fantascienza perché come detto il suo personaggio, al centro della scena dall’inizio alla fine della pellicola, è una extraterrestre “caduta sulla terra” chissà come che sembra però avere una missione precisa, quella di catturare umani che attira sfruttando il suo bell’aspetto e che poi non si sa bene che fine facciano.

Mentre tutto il racconto avviene nella campagna scozzese, ai giorni nostri (siamo nel 2014), in un’atmosfera sospesa e inquietante, che trasmette il disagio della stessa protagonista che va alla scoperta di un mondo che evidentemente non conosce.

Tratto dal romanzo dell’autore olandese Michael Faber Sotto la pelle (pubblicato in Italia da Einaudi) il film di Glazer va alla ricerca di risposte: quelle che cerca l’aliena Scarlett (per l’occasione mora e con i capelli tagliati corti), le stesse che le immagini suggeriscono allo spettatore, costretto a interrogarsi per tutto il film sull’identità della ragazza e sullo scopo della sua “caccia”. Che a un certo punto diventa misteriosa o comunque inaccettabile anche per lei, al punto da spingerla alla fuga verso un nuovo ignoto.

La molla (senza rivelare nulla più della trama) scatta forse quando i rapporti con gli umani cambiano, quando l’imperscrutabilità del personaggio viene scalfito da un contatto diverso dal solito. Forse è ancora la relazione, il parlare, lo scoprire particolari della vita di uno o dell’altro a poter cambiare le cose. Forse la terra, oggetto misterioso anche per gli alieni, si può ancora salvare partendo dalla cosa più semplice, partendo proprio dagli esseri umani. Glazer una risposta, ovviamente, non la dà. Piuttosto sottolinea come sia ancora la paura del diverso, dello sconosciuto, a dominare le relazioni, e a innescare alla fine le reazioni più violente.

Lucio D’Auria

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