La “vita semplice” che regala emozioni

Scorre tranquilla, apparentemente senza clamore, “semplice” la vita di Ah Tao. Per tanti anni ha fatto la domestica presso una ricca famiglia di Hong Kong e ora che di questa è rimasto solo l’ultimo figlio maschio (tutti gli altri si sono trasferiti negli Stati Uniti), di lui si occupa con la stessa totale devozione. Nella stessa casa in cui hanno sempre vissuto entrambi, fino a quando un malore non la colpisce e allora, sentendo finito il proprio compito, si fa trasferire in un ospizio, dove trascorrere gli ultimi giorni di vita. Semplice, apparentemente senza nessun rumore.

Capitano, non spesso ma qualche volta succede, delle piccole grandi sorprese all’interno di una stagione cinematografica. Capita di trovare un film, come “A simple life” che sfugge a ogni regola di distribuzione, a ogni logica di mercato e quasi di nascosto “fugge” dai cartelloni dei festival per passare a quelli delle sale dove, in maniera un po’ nascosta certo, prepotentemente riesce a rivelarsi come aveva fatto fin qui davanti a un pubblico di critici e di appassionati cinefili. Presentato all’ultima Mostra di Venezia dove aveva strappato applausi “A simple life” di Ann Hui è un piccolo miracolo di bellezza, un gioiello che andrebbe proiettato nelle scuole di cinema per insegnare cosa significa trasmettere emozioni attraverso le immagini. Con poche, pochissime cose, nessun artificio, con dialoghi ridotti all’osso e costi che si immaginano irrisori, niente effetti speciali e un’infinita poesia. Quella trasmessa da una pianta in fiore che regala un’improvvisa nota di colore ad esempio, in cui far riflettere uno stato d’animo. O quella contenuta in uno sguardo, in un minimo movimento di macchina, in un gesto. La “vita semplice” del titolo è quella di Ah Tao che scorre a Hong Kong senza sussulti. E’ stata la domestica in una famiglia, ha fatto da madre all’ultimo figlio, e ora che è anziana e malandata ha preferito l’ospizio per trascorrere quelli che crede essere gli ultimi giorni della sua vita. Ed è qui che, concluso il suo compito, vedrà ribaltarsi i ruoli, e finalmente riceverà almeno in parte un po’ di quanto ha donato per tutta la vita. E’ anche un film sulla capacità di dare “A simple life”, sul regalare senza chiedere nulla in cambio: amore, affetto, comprensione. Un film che insegna il valore dei gesti e delle parole, anche quando queste non servono, soprattutto quando non servono e non ci sono, perché si sono trasformate in un silenzio consapevole e carico di senso. Un film su una donna apparentemente “semplice”, in realtà assai complessa, che dentro di sé racchiude tante altre donne, infinite altre madri. Ed è attraverso i suoi gesti che la regista Ann Hui racconta anche gli avvenimenti accaduti a Hong Kong tra gli anni Settanta e i giorni nostri, racconta in qualche maniera la città così com’è oggi, ma soprattutto chi la abita. Roger ad esempio, il giovane produttore che vive con la domestica nella casa lasciata dalla famiglia, è uno di questi: ha sviluppato un rapporto filiale con questa donna, sono in qualche maniera madre e figlio (lui la presenta come “la mia madrina”) e vivono un rapporto di singolare vicinanza e condivisione. Lui lavora con le stelle del cinema (nel film fa una parte-cameo

anche il grande regista Tsui Hark) ma alla fine dei viaggi di lavoro torna sempre in questa casa che immaginiamo rimasta così com’è da anni, e che ritroverà vuota quando la donna preferirà essere portata in una casa di riposo dopo un attacco di cuore. Il rapporto tra questi due esseri umani è il cuore del film che, la regista lo scrive nei titoli di testa, è ispirato a una storia vera. Roger e Ah Tao sono in qualche maniera anche dei “pezzi” di quella memoria del Paese che si è radicalmente trasformato, passando dall’amministrazione Britannica a quella cinese, dopo la riannessione del 1997. E anche questi sono elementi che la regista trasmette in un sottotesto straordinariamente ricco, che emerge lungo una pellicola che sembra sussurrare di continuo delle piccole e grandi cose. Senza trucchi, senza nessuna retorica. Valori, emozioni, stati d’animo. “Semplici” e incredibilmente potenti.

PRIMA VISIONE - Scorre tranquilla, apparentemente senza clamore, “semplice” la vita di Ah Tao. Per tanti anni ha fatto la domestica presso una ricca famiglia di Hong Kong...

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