La Vigilia nello scrigno dell’Incoronata

L’orchestra d’archi Il Demetrio della serata

Da oltre vent’anni è l’appuntamento musicale che apre le celebrazioni lodigiane della Vigilia di Natale. E anche sabato sera l’ineguagliabile cornice del Tempio Civico dell’Incoronata si è gremita di un pubblico numeroso e attento che ha seguito con partecipe silenzio il Concerto di Natale organizzato dall’Associazione dei Laureati dell’Università Bocconi e dal comune di Lodi insieme all’associazione culturale “Poesia, la Vita”. Sul proscenio l’orchestra d’archi Il Demetrio, ensemble a organico variabile fondato e diretto da Maurizio Schiavo il cui repertorio spazia dal Seicento alla musica contemporanea. Per l’occasione, con nove musicisti sul palco (Stefania Gerra, Giambattista Pianezzola, Claudia Monti e Giorgio Tosi ai violini, Mauro Righini e Marco Varisco alle viole, Marlise Goidanich al violoncello, Carlo Calegari al contrabbasso, Simonetta Heger al clavicembalo e Francesca Torri al flauto traversiere). è stato proposto un programma raffinato ed elegante, incentrato su alcune delle più belle pagine barocche dedicate al Natale. Musiche che hanno riscaldato i cuori dei presenti, molti dei quali costretti a seguire l’esibizione in piedi, in attesa della Santa Messa che di lì a poco si sarebbe celebrata nella vicina Cattedrale. Prima di ogni brano, il direttore Maurizio Schiavo ha spiegato la genesi e la struttura della composizione, lasciando così tempo ai musicisti di accordare gli strumenti, mentre il suono si perdeva leggero tra le volte dorate dell’Incoronata.

Il programma si è aperto con il celebre Concerto Brandeburghese n. 5 in re maggiore di Johann Sebastian Bach, durante il quale è emersa tutta la classe e la precisione stilistica di Laura Santese al flauto traversiere, Stefania Gerra al violino e Simonetta Heger al cembalo. L’ouverture ha poi lasciato spazio a due composizioni dedicate alla nascita del Salvatore. Molto suggestiva l’esecuzione del Concerto op. VI n. 8 di Corelli Fatto per la notte di Natale, opera che costituisce indubbiamente il punto culminante nella parabola della produzione concertistica del maestro romano. Nelle sue singole parti, il Concerto di Corelli ha messo in luce il talento dei solisti Stefania Gerra e Claudia Monti al violino e Marlise Goidanich al violoncello. A seguire, la breve ma intensa Piva tratta dal Messiah di Händel, brano che evoca il Natale di Cristo, illustrato dall’ingresso imponente del «re giusto e vittorioso» annunciato dal profeta Zaccaria. Il finale è stato invece dedicato al mottetto Ut sole fulgenti appositamente trascritto per l’occasione dal manoscritto autografo di Hasse. Si tratta di un brano legato alla permanenza del musicista a Venezia tra il 1735 e il 1736: fu scritta infatti per Elisabetta Mantovani, celebrata solista dell’Ospedale degli Incurabili, uno dei più rinomati conservatori di musica della città lagunare. Un autentico gioiello del Settecento veneziano, interpretato con grazia e talento dalla mezzosoprano Cecilia Bernini, giovane voce pavese in grande ascesa, che ha chiuso in bellezza un’esibizione che il pubblico ldigiano ha salutato tra applausi scroscianti. A pochi minuti ormai dalla mezzanotte e dal Natale, accolto quindi dalla grazia regalata dalle note.

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