LA STORIA «Una settimana che vale 10 anni»: Samara Tramontana racconta il suo Sanremo

La giovane content creator di Valera Fratta era al Festival con la squadra di RDS Next

La notorietà l’ha messa a dura prova, l’orda feroce dei social ha cercato di tarparle le ali ma lei - vittima del cyberbullismo - è riemersa dagli abissi dello sconforto, spiccando definitivamente il volo. È la bella storia di rivalsa di Samara Tramontana, content creator originaria di Valera Fratta, giovanissima influencer della scuderia Stardust nonchè speaker radiofonica di RDS Next, web radio della GenZ. Per l’emittente è stata una delle host principali all’omonimo Summer Festival assieme al melegnanese Luca Campolunghi, con il quale ha inoltre ricondiviso il palco in occasione del concerto di Capodanno targato RDS (80mila i presenti), al Circo Massimo a Roma. Ma l’ultima avventura professionale, in ordine di tempo, è legata a Sanremo, con la conduzione delle trasmissioni RDS Next dal Festival: «Nell’arco di una settimana pare trascorra una decade - scherza la ventenne dopo l’esaltante permanenza nella “città dei fiori” -. Si entra in una sorta di bolla mediatica in cui non si ha tempo di chiudere occhio; è stata davvero un’esperienza fantastica». Ospiti d’eccezione si sono succeduti nel truck sanremese di RDS Next durante la kermesse: «Vi racconto un aneddoto. In una delle trasmissioni abbiamo scoperto circa un paio di minuti prima di andare in onda che avremmo avuto ai microfoni il direttore artistico del festival in carne ed ossa (sul canale youtube di RDS è disponibile il video ndr); la notizia dell’imminente arrivo di Amadeus ci ha fatto sobbalzare ma con una buona dose di improvvisazione è andato tutto alla grande». Un lavoro che richiede notevoli abilità comunicative ma anche tanta sensibilità: «Chiaramente gli artisti in gara sono martoriati dalla tensione e per questo motivo bisogna agire con empatia. D’altronde per molti di loro rappresenta uno step fondamentale della carriera. Detto ciò sono stati tutti affabili e disponibili: in particolar modo sono rimasta piacevolmente sorpresa da Ghali e Mr. Rain, due ragazzi davvero dolci e simpatici».

Queste esperienze professionali la stanno consacrando come uno degli astri più luminosi del firmamento delle webstar (vanta all’incirca 2 milioni e mezzo di follower fra TikTok, Instagram e Youtube), tuttavia dietro il suo entusiasmo si celano profonde cicatrici. Temprata da una dolorosa vicenda diffamatoria vissuta sulla propria pelle, ha recentemente lanciato - dopo aver scritto anche un libro a riguardo (“Sette” edito da Mondadori) - un podcast seriale sulle principali piattaforme di streaming (produzione originale OnePodcast) con cui dà voce alle storie di altre vittime illustri, denunciando fenomeni discriminatori che purtroppo trovano humus fertile nella pervasività dell’era digitale. Il progetto si chiama Overparty (“è finita la pacchia”): titolo provocatorio e riconducibile al deplorevole hashtag che solitamente accompagna i messaggi denigratori delle cosiddette “shitstorm” online, furibonde ondate di screditamento (per usare un eufemismo) da cui la stessa Samara è stata sommersa a seguito delle calunnie di una “collega”: «Per la decima puntata (uscirà a breve, ndr) ho avuto il privilegio di intervistare Paolo Picchio, padre di Carolina (considerata la prima vittima del cyberbullismo), morta suicida a 14 anni nel 2013. È stato un confronto molto intenso: la sua testimonianza ha un valore inestimabile a mio avviso».

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