La scrittura come necessità di vita, con il pensiero a Elena Cazzulani

Il salotto letterario ha pubblicato un nuovo volume che raccoglie i contributi redatti tra i 2016 e il 2024 e che sarà presentato sabato 25 maggio all’accademia Gerundia a Lodi

Torna a distanza di otto anni dall’ultimo volume antologico la raccolta di scritti del Salotto letterario. Si tratta di un documento importante per il gruppo fondato dalla scrittrice Elena Cazzulani, testimonianza di chi negli anni ha lasciato un segno anche nel panorama italiano, oltre che in quello provinciale.

Il volume, quasi una rivista, annota il coordinatore del salotto Alberto Raimondi, è giunto alla sua quinta edizione nell’arco di poco più di 40 anni. «Chi ama la letteratura e la poesia scrive anche per passione - dice -, per un bisogno di comunicare un proprio mondo interiore, fatto di fantasia, suggestioni, rappresentazioni, memorie o semplici vicende di vita. Da qui vogliamo ripartire per testimoniare l’amore per quei valori artistici e letterari che danno sapore alla nostra umana esistenza e che rendono i nostri giorni meno affannosi». Il saggio riporta i contributi di Vanni Bravi, Clotilde Fino, Maria Vittoria Giambartolomei, Valerio Migliorini, Pinuccia Nervi, Giuseppe Pratissoli, lo stesso Raimondi, Gianni Sacchi, Adriana Santoro, Pietro Sarzana, Carmen Sobacchi, Angelo Visigalli e Az. «Il libro - spiega Sobacchi - è molto vario. Comprende la prosa e i versi di chi scrive per piacere e di chi lo fa con più consapevolezza. Rispecchia ciò che siamo, un gruppo aperto. La ricercatrice storica, professoressa Fino ha voluto ricordare il poeta Fausto Pelli e ha inserito le riflessioni dei suoi amici. Ci sono dei bei racconti ambientati nelle marche, il contributo biografico di Migliorini, la poesia di Nervi, il racconto di Pratissoli che parla della sua Modena, i racconti di Raimondi e la poesie di Sacchi, oltre ai testi di Santoro, appassionata di traduzioni in francese. Di Sarzana abbiamo una nuova silloge dedicata ai nipoti. Ci sono poi il mio lavoro e la ricca produzione di “versi diversi” realizzati alla fine della sua vita dal professore del Vegio Visigalli. Infine c’è l’intervento del nostro amico Az che, appassionato di arte e cultura, adesso ospite di una Rsa, è molto modesto e non ha voluto comparire con nome e cognome».

Il libro, insomma, ribadisce Sobacchi, è proprio «la testimonianza di un gruppo di persone che ritrova attraverso la scrittura i contatti con gli altri. È il documento della nostra attività». “Vorrei non imparassi mai la erre/che mi chiamassi per quale tempo ancora/ “nonno Pietlo”!/Non crescere ti prego”, recitano i versi di Sarzana dedicati al suo Sebastiano - facci ancora sorridere lieti/alla tua serietà”. “Di te - canta, invece, Pelli nella sua “Puledra” ripresa nel volume che riporta anche la lettura critica di Tino Gipponi - è rimasto “Viareggio” - mentre /leggiadra e lontana sorridi/e sorridi, senza neppure un grido/E certo non sapevamo/Cosa fa di noi il mare”.
Il volume sarà presentato sabato 25 maggio alle ore 15, nella sede dell’accademia Gerundia, in via Carlo Besana 8 a Lodi.

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