La rivoluzione delle adolescenti “in guerra”

Prima premessa: nessun riassunto delle puntate precedenti. Ai lettori-fan della trilogia di Veronica Roth non è necessaria perché sanno a memoria cos’è accaduto sin qui e anche cosa accadrà d’ora in avanti. Agli altri basterà poco per ricollegare i fili e per vedere questo episodio senza eccessive difficoltà. Seconda premessa: niente “spoiler” perché è pur sempre una seconda puntata e la suspense dovrebbe avere il suo valore, quindi serbare l’attesa della trama è condizione irrinunciabile.

Dunque siamo nell’universo creato da Veronica Roth che si è inserita nel filone distopico con la sua trilogia che ha venduto milioni di copie e che al cinema, dopo Divergent, è arrivata appunto a Insurgent, i giorni della ribellione. Ultima premessa: non si tratta di una serie di fantascienza ma, nonostante l’ambientazione in un futuro prossimo, di letteratura per ragazzi (che non significa affatto “semplice”...) trasportata in un mondo post apocalisse e tratotta al cinema con la volontà di rimanere il più aderenti possibili alla storia “di carta”, per rispettare le attese dei milioni di lettori. Quindi poco spazio a fughe o invenzioni stilistiche e un pugno di riferimenti cinematografici, da Matrix in giù, a cui ispirarsi per portare in porto l’operazione. In più rispetto al primo film per Insurgent sono cambiati regista e squadra di sceneggiatori e si sente l’urgenza (che a tratti diventa fretta) di concludere per rispettare i tempi di consegna e non far aspettare troppo il pubblico dei romanzi con l’obiettivo di trasportarli in blocco in sala.

C’è un’eroina-ragazza al centro del racconto, la fragile Tris che deve convivere con la sua “diversità” che la fa essere una giovane guerriera in lotta con il sistema su cui è fondata la società in cui vive. Per assicurare la pace il mondo è stato diviso in fazioni: i Candidi, i Pacifici, gli Eruditi, gli Abneganti e gli Intrepidi. E poi ci sono quelli come lei, i Divergenti che non hanno collocazione e sono ritenuti pericolosi. In questo mondo la pace “è un obbligo” e chi non si conforma è allontanato, messo al bando.

È un film sul cambiamento e sulla trasformazione Insurgent e Tris inizia con il modificare il suo aspetto: lei è un’adolescente consumata dalla rabbia e arrivata a questo punto della storia deve guidare la rivolta, dopo aver combattuto innanzitutto con i suoi fantasmi.

Lo schema dei romanzi è piuttosto semplice e il meccanismo di identificazione tra il pubblico e i personaggi che gli autori sembrano cercare in ogni riga della sceneggiatura dovrebbe essere immediato: Insurgent parla di ragazzi “in guerra”, di figli che si ribellano ai padri, di muri da superare e di una società divisa in fazioni, dove i divergenti non trovano posto. E se nel primo film della serie erano stati pochi gli elementi in grado di legittimare la trasposizione del romanzo (che non deve essere una semplice rilettura…) e una certa “indipendenza” del film rispetto all’opera letteraria, in questa nuova puntata diventano se possibile ancora meno. Scarse le emozioni dal punto di vista visivo, troppo piatte anche le interpretazioni, senza sorprese le ambientazioni e gli sviluppi a cui i personaggi vanno incontro. Inevitabile è ad esempio il parallelo con Hunger Games che, sullo schermo, diventa una lotta impari (basterebbe confrontare la qualità degli interpreti e i differenti livelli di sfumature offerti…). Il discorso ovvio non vale per i fan dei romanzi, a cui probabilmente non dispiacerà un’aderenza totale al racconto e che, anzi, potranno rimpiangere solo l’inevitabile “sintesi” a cui il film è costretto rispetto al libro. In attesa, è inutile dirlo, della terza e ultima puntata.

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