LA RASSEGNA Lodi riscopre i classici: record di presenze per il Kàlamos festival

Il bilancio degli organizzatori dell’evento che si è svolto nel fine settimana

Come un’eco che, dall’antichità, riverbera forte nel presente, la cultura classica ha dimostrato di appassionare i lodigiani di oggi. E lo dicono i numeri, quelli registrati dall’Associazione italiana cultura classica della delegazione di Lodi che, durante tre giorni di eventi, ha contato oltre ottocento presenze. «L’ampliamento del Kàlamos festival, in termini di partecipazione, articolazione del programma e pluralità dei linguaggi, è frutto dell’impegno che abbiamo dedicato alla proposta culturale, per renderla ancora più accessibile, trasversale e composita - spiega Piera Pesatori, presidente Aicc di Lodi -. Accanto a questo percorso, ha assunto un ruolo rilevante la collaborazione con le realtà associative del territorio, che hanno contribuito a consolidare il legame con la comunità e ad arricchire la rassegna di prospettive e sensibilità diverse». “Ritorni”, il tema sviscerato in questa edizione, è stato declinato, spaziando tra letteratura, filosofia e arte: «L’ampio interesse dimostrato dal pubblico conferma la direzione intrapresa e invita a proseguire. Ci sono tutte le condizioni per una nuova edizione che faccia di Kàlamos un punto di riferimento per la divulgazione della cultura classica nel Lodigiano e oltre. Un sentito ringraziamento va anche agli sponsor che, con il loro sostegno, hanno reso possibile la realizzazione del festival, e ai relatori intervenuti, tutti docenti universitari, che hanno elogiato l’iniziativa, offrendo disponibilità a collaborare in futuro e a mettere a disposizione la propria rete di contatti». Parole lusinghiere anche dal sindaco di Lodi Furegato che lo ha definito «un percorso culturale che lotta contro la banalità del pensiero». Dopo l’”A-peri-kàlamos” con l’attore Dario Del Vecchio, che ha inaugurato il festival con una selezione di brani da testi omerici, da venerdì a domenica sono intervenuti i professori Franco Ferrari, Cesare Zizza, Silvia Romani, Mirko Volpi e Maria Elena Gorrini; l’installazione di Marco Paganini e Dario Pruonto ha contestualizzato il rapporto tra classicità e modernità con la loro installazione, mentre lo spettacolo a Casa San Giuseppe e la mostra di Riccardo Asti hanno offerto spaccati diversi, per vivere il ritorno. Tra le partecipazioni, poi, è da segnalare il lavoro di alternanza scuola lavoro condotto da una cinquantina di studenti.

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