La “ragazza di fuoco” torna nell’arena

PRIMA VISIONE Gli incubi di Katniss non sono finiti. Anzi, la vittoria degli Hunger games ha solo peggiorato le cose e ha popolato i suoi sonni di nuovi oscuri presagi. In più c’è una nuova sfida che si avvicina, un nuovo “gioco” ancora più difficile e rischioso.

Non è bastato vincere, non è bastato sopravvivere: Katniss Everdeen è diventata un simbolo, e per questo è ancora più in pericolo. I popoli dei distretti hanno visto in lei la speranza per uscire dalla tirannia del dittatore di Capitol City, che per questo vuol mandarla a morire.

La ragazza di fuoco è il secondo episodio di Hunger Games, saga cinematografica ispirata ai libri di Suzanne Collins, diventata autentico fenomeno di culto anche in Italia. Per merito anche di Jennifer Lawrence, eroina assoluta della serie e ormai attrice ampiamente consacrata (a 21 anni è stata la più giovane a vincere un Oscar). Questo secondo film segue fedelmente lo svolgimento del romanzo da cui è tratto, nella trama e nei contenuti. Vi si ritrovano tutti i temi che hanno fatto la fortuna del primo film e della trilogia letteraria: passione, coraggio, forza e lealtà sono le caratteristiche di Katniss Everdeen, adolescente-guerriera che lotta per la sopravvivenza nella futuristica nazione di Panem (specchio di una società in mano a un presidente-dittatore che mantiene il controllo seminando il terrore e mandando a morire i suoi figli nella gara suicida degli Hunger games). All’inizio del film, dopo la vittoria dei “giochi”, la ragazza si trova coinvolta prima nel «tour della vittoria» che le spetta di diritto ma che in realtà serve a rafforzare l’immagine del regime («sorrisi e telecamere per non far pensare la gente»), poi in un nuovo gioco organizzato per eliminare lei e la rivolta che piano piano sta nascendo riconoscendosi nella sua voglia di ribellione.

Non si rassegna “la ragazza di fuoco”, non accetta d’essersi guadagnata il diritto di sopravvivere uccidendo gli altri “tributi”: è un’eroina tormentata è assai moderna, costretta ad uccidere per non soccombere. Nato come romanzo per ragazzi Hunger games ha un sottotesto importante e strutturato, ricco di collegamenti all’attualità e alla nuova letteratura fantascientifica. Al centro della vicenda un pugno di ragazzi in cui è semplice riconoscersi, messi a confronto con una realtà che è altrettanto vicina a noi nonostante l’ambientazione futuristica. Controllo sociale, culto dell’immagine da parte dei governanti: Katniss poco più che adolescente è il “cigno nero” che perde l’innocenza e si trasforma per combattere contro un mondo adulto violento e autoritario. Attraverso lei gli altri personaggi prendono coscienza d’essere semplici pedine di un ingranaggio, vite false costruite per stare sotto le telecamere e favorire il controllo da parte di un regime autoritario che mantiene l’ordine con la forza e spia tutto attraverso la lente di un obiettivo.

Questo secondo episodio (è già stato pubblicato anche il terzo libro della saga) è preparatorio alla rivolta finale e potrebbe indurre qualcuno nell’errore di considerarlo “di passaggio”. In realtà rappresenta un deciso passo in avanti, uno snodo centrale per la vicenda oltre che un impegno produttivo assai cresciuto rispetto al primo film: la storia si sviluppa su più livelli, a partire dal viaggio iniziale nei vari distretti che sono divisi e ricostruiti secondo caratteristiche differenti. E anche tra i personaggi ci sono novità importanti che saranno portate poi avanti con il prosieguo della serie. La costruzione dell’arena e di tutto il set è pure più ricca e via via più complessa, con rimandi all’attualità e citazioni cinematografiche più o meno evidenti. E anche se la simbologia a tratti si fa troppo semplice, mantiene sempre una grande carica di interesse. Al centro di tutto comunque resta sempre Katniss-Jennifer, ragazza ribelle che ha capito che il pericolo non sta nella foresta e chi sono i veri nemici in questa nuova “società dello spettacolo”.

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