LA MOSTRA Con Vittorio e Gabriele Vailati l’arte viaggia ”Di padre in figlio”

Una suggestiva esposizione di... famiglia inaugurata nell’atrio della Banca Centropadana in corso Roma a Lodi

Vittorio e Gabriele Vailati, ovvero, quando l’arte è una questione di famiglia, oggetto di inclinazioni e passioni trasmesse “Di padre in figlio”. Proprio come recita il titolo della mostra che riunisce i due artisti nella corte d’onore della Banca Centropadana di credito cooperativo in corso Roma 100 a Lodi, dove nel pomeriggio di questo venerdì 10 novembre è stato inaugurato il percorso costruito lungo il doppio binario della pittura di Vittorio e del disegno a matita di Gabriele

Già nel 2018 le opere dei Vailati si erano trovate esposte insieme, quando gli spazi di villa Trecchi a Maleo avevano ospitato la rassegna di cui ora l’iniziativa alla Centropadana riprende il titolo, e curata allora da Tino Gipponi. Sono i suoi testi ad accompagnare questa nuova esposizione in 36 opere, dedicata dai protagonisti allo scrittore e critico d’arte scomparso lo scorso 22 ottobre, che negli spazi della Centropadana aveva curato tante mostre di qualità.

Di Vittorio Vailati si possono ammirare dipinti da cui il fascino degli interni si sprigiona nell’addensarsi dei toni caldi in dialogo con la luce, dei quali si è avuta un’anticipazione nella personale dello scorso dicembre alla ex chiesa dell’Angelo, ancora curata da Gipponi. Luce che svela spazi intimi dove la presenza umana è soltanto allusa, e si intuisce come protagonista di un’assenza momentanea: nell’attimo colto dal pittore, oggetti e ambienti della quotidianità sono fermi nel silenzio e nell’attesa. In altre immagini, protagonista ancora la luce, è invece la malinconia dell’abbandono a rivelare luoghi non più abitati, simulacri di una vita trascorsa di cui restano brani dimenticati.

Proprio in questo aspetto si trova, tematicamente, il punto di incontro tra le poetiche del padre e del figlio, mentre sul piano formale un fondamentale elemento comune può essere individuato nel ruolo da entrambi assegnato all’elemento luministico, che nell’insieme dei disegni di Gabriele Vailati accorda vitalità e carattere alle opere nate da una straordinaria padronanza disegnativa. Anche il suo è un mondo cercato tra luoghi lasciati all’abbandono e al disuso: cinema, ospedali, fabbriche memori di vita e del pulsare di attività che sembrano dilatare nel vuoto i loro spazi, restituiti da una matita che trova le raffinatezze dell’incisione nel nitore dei segni e delle forme, tra addensamenti e profondità chiaroscurali

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