La memoria, viatico per il domani

Sbarca a Lodi lo spettacolo trattodal libro di Daniele Biacchessi

«Questo è lo spettacolo sulla memoria italiana. Racchiude tante storie solo apparentemente slegate tra loro, ma che rappresentano le grandi ingiustizie del nostro Paese». Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, Portella della Ginestra, piazza Fontana, piazza della Loggia, treno Italicus, stazione di Bologna: sono solo alcune delle tappe del viaggio che ha portato Daniele Biacchessi, giornalista, scrittore, autore e regista, a scrivere Il paese della vergogna, libro poi sfociato, grazie alla collaborazione di Marino e Sandro Severini dei Gang, in uno spettacolo in cui si combinano teatro civile e canzoni e che domani sera farà tappa anche a Lodi (ore 21, Sala Rivolta del teatro alle Vigne) dopo aver commosso e indignato gli spettatori di tutta Italia. «Il mio teatro civile – racconta Biacchessi – non vuole sostituirsi alla magistratura, non vuole risolvere i problemi del mondo: il mio obiettivo è semplicemente quello di smuovere le coscienze, proporre una “ripassata” della storia italiana. Perché una società che non può fare i conti col passato, non comprende il proprio presente e non può progettare il futuro». L’armadio della vergogna ha riaperto questioni scabrose rimosse dall’immaginario collettivo, e proprio da qui comincia il percorso di denuncia nei confronti di una giustizia che «definire lenta è un eufemismo». I flash della nostra memoria partono dall’eccidio di Sant’Anna di Stazzema perpetrato dai nazifascisti nel 1944 che si snoda poi in un lungo racconto in cui le parole di Biacchessi finiscono dove iniziano le canzoni dei Gang. «Riprendo con un monologo sull’Italia del 1969, in cui descrivo un Paese ingenuo e semplice viene scosso, il 12 dicembre, dalla bomba esplosa in piazza Fontana a Milano, giorno in cui quell’ingenuità collettiva si frantuma in mille pezzi. Il Paese della vergogna è quello che per le varie stragi che ne hanno segnato la storia non è riuscito a trovare i colpevoli. Una lunghissima scia di sangue che non ha mai trovato giustizia e che noi vogliamo denunciare soprattutto per i parenti della tante vittime innocenti». L’ultima parte dello spettacolo è dedicata a storia di antimafia e a personaggi come Peppino Impastato, protagonista di una «vicenda emblematica: un ragazzo che sceglie da che parte stare e denuncia la collusione tra mafia e politica fino a pagare con la vita, ucciso per mano dello zio Tano Badalamenti».

Il paese della vergogna si chiude con un pezzo tratto dall’ultimo libro di Biacchessi, Teatro civile, sulla strage di Ustica. «Una sorta di grande esperienza multimediale, dove non si vedono le immagini ma ci si immagina di essere a bordo di un aereo insieme ad altre 81 persone che arrivano al mare in un modo che non avrebbero mai pensato». Con questo spettacolo, che ha superato le 140 repliche, Biacchessi si conferma così l’erede della narrativa civile di Pier Paolo Pasolini, come è stato definito, un cantastorie che gira le piazze per svegliare gli italiani dal loro letargo.

Con lui sul palco i fratelli Severini, fondatori dei Gang, storico punto di riferimento nel panorama del rock italiano impegnato.

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IL PAESE DELLA VERGOGNA

di Daniele Biacchessi, spettacolo tratto dall’ominimo libro, con Marino e Sandro Severini dei Gang,

Lodi, domani alle 21, sala Rivolta

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