La lodigiana Tassottoalla Biennale di Milano

Uno scenario quasi apocalittico: in un futuro prossimo e distrofico, la produzione di cibo diventa un’esclusiva governativa e la nutrizione assume i tratti di un gesto meccanico, atto alla pura sopravvivenza. In questa «terra senza cultura e futuro» si muove Amalia, la protagonista di Semi , il racconto che è valso alla lodigiana Anna Costanza Tassotto Verdi la partecipazione a Mediterranea 17 Young artists biennale, l’evento internazionale che quest’anno è stato incluso anche nel circuito di Expo in città, il ciclo di iniziative che accompagna la vita culturale di Milano durante il semestre dell’Esposizione Universale. Fino al 22 novembre, la Fabbrica del vapore in via Procaccini a Milano sarà il luogo d’incontro di trecento creativi under 35, provenienti da tutta l’area del Mediterraneo. I progetti, ispirati al tema “No Food’s Land” (la terra senza cibo), abbracciano diverse forme di espressione: le arti visive e le arti applicate (architettura, disegno industriale, web design, moda, creazione digitale), la narrazione, lo spettacolo (teatro, danza, performance metropolitane), la musica, il cinema e la gastronomia. Anna Costanza Tassotto Verdi, 30 anni, è stata selezionata per l’Italia grazie a un racconto che incarna perfettamente il tema della manifestazione: in poche e vibranti pagine, l’autrice lodigiana descrive un mondo in cui il consumo di cibo non è più libero, ma razionalmente controllato dal governo, una sorta di “grande fratello” di orwelliana memoria. In questa atmosfera cupa e desolante, in una terra in cui si perde il senso del gusto e della convivialità, agiscono i Ribelli, un gruppo di persone che al grido di «No food’s land» cerca di sovvertire le inique leggi statali. «Racconto le mie apprensioni rispetto all’andamento di questa società – spiega Anna, che in passato ha partecipato a due libri collettivi, Dizionario biografico fantastico dei Piacentini illustri e Guida ai luoghi fantastici di Piacenza -. Amalia, la protagonista, ricorda il mondo quando il consumo di cibo era ancora libero, impegnandosi poi in prima persona a un ritorno al passato. Con un taglio narrativo ho voluto affrontare il discorso alimentare: già oggi il cibo buono è inaccessibile per una gran parte della popolazione. Spesso sacrifichiamo un aspetto importante della nostra cultura: ci sono generazioni abituate a scaldare surgelati». Semi è stato presentato al pubblico attraverso due reading, in scena a fine ottobre all’inaugurazione della Biennale e al Castello Sforzesco in occasione di Bookcity. Sabato 28 novembre (alle 18, al Centro Donna) verrà letto anche a Lodi durante la presentazione del volume L’odore della plastica bruciata di Giovanni Battista Menzani, un evento organizzato dall’Associazione Imbuto in collaborazione con Adelante. «L’idea – conclude Anna – è trasformare il racconto in un libro per ragazzi, aggiungendo alle parole anche alcune illustrazioni». Per fare capire anche ai più giovani che «una terra senza cibo è una terra che non ha identità».

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