La candidatura di Oldani al Nobel: «Un onore per tutto il territorio»

Amedeo Anelli: «È una delle voci più interessanti in Europa nel rapporto tra etica, estetica e filosofia»

Nessuno stupore tra gli amici che lo conoscono bene: la candidatura al Premio Nobel per la letteratura di Guido Oldani è la naturale conseguenza del grande lavoro condotto negli anni dal poeta di Melegnano, fondatore del Realismo terminale, un movimento di portata planetaria aperto alle più varie forme espressive. Il primo a dare spazio al talento di Oldani fu l’amico Amedeo Anelli, critico letterario di Santo Stefano nonché fondatore della rivista di poesia e filosofia “Kamen’” e firma delle pagine di cultura del “Cittadino”. Proprio il primo numero della rivista, uscito nel 1991, era dedicato a Oldani, così come l’ultimo, pubblicato a giugno, presenta una sezione sul poeta melegnanese con un saggio dello stesso Anelli e uno di Roberto Vignolo. «Sicuramente Oldani è uno dei poeti europei più interessanti nel rapporto tra etica, estetica e filosofia – racconta il critico lodigiano -. La nostra conoscenza risale alla fine degli anni Settanta, siamo amici di lunga data. La sua candidatura al Nobel non mi ha per niente sorpreso. Le sue opere sono tradotte in svariate lingue, anche in svedese, un requisito importante per ambire al Nobel. La rivista “Kamen’”, inoltre, ha rapporti con 65 Paesi, quindi il suo lavoro è noto in tutto il mondo. Ci siamo visti ieri, a casa mia, l’ho trovato in grande forma. Il Nobel? Molti grandi letterati non l’hanno vinto, ma ciò che conta è che l’opera duri nel tempo».

Anche Andrea Maietti, noto scrittore lodigiano, festeggia la prestigiosa candidatura: «Ho chiacchierato con Oldani un paio di volte: non abbiamo parlato solo di letteratura, ma anche del mondo e della vita. Ho provato un’istintiva simpatia per l’uomo. Come poeta mi sembra geniale, anche se ammetto di non aver letto tutte le sue opere. Il fatto di avere un personaggio nostro vicino di casa in corsa per il Nobel ci deve rendere orgogliosi. Non mi meraviglio affatto della sua candidatura: ripeto, lo trovo geniale come poeta e in me, in questo momento, prevale la soddisfazione di aver avuto l’onore di chiacchierare con un uomo che può aspirare a un premio così importante».

Un altro amico di lunga data è don Gigi Gatti, parroco di Graffignana: «Io capisco poco di Realismo terminale e di similitudine incrociata, ma sono davvero contento per Guido e per tutto l’impegno che ha sempre messo nel suo lavoro. Ero a pranzo con lui lunedì, un po’ commosso mi ha annunciato la notizia. Si è sempre rammaricato che la cultura fosse abbarbicata su temi novecenteschi: lui ha cercato una nuova strada e questo, finalmente e meritatamente, gli è stato riconosciuto. Guido è anche un fedele, è entusiasta dell’operato di Papa Francesco, capace di dare un respiro grande alla Chiesa. E inoltre è convinto che nel Vangelo ci sia dentro tutto».

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